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Giornalisti del Gruppo 24 Ore in sciopero, i documenti dei Cdr

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Ieri lo sciopero al quotidiano, con il sito fermo e il giornale che oggi non è in edicola. Oggi l’astensione dal lavoro dei giornalisti dell’agenzia Radiocor e dei Gr di Radio24. Giorni difficili per i colleghi del Gruppo 24 Ore, che spiegano le loro ragioni nei documenti dei Cdr di Sole 24 Ore, Radio24 e Radiocor.

Alla luce delle dichiarazioni del presidente Boccia a La7 che indicano come «lacrime e sangue» per giornalisti e dipendenti la cura del gruppo dopo questi anni di gestione fallimentare, i giornalisti del Gruppo Sole 24 Ore hanno deciso uno sciopero congiunto: dopo il silenzio informativo del sito, ieri, oggi il quotidiano non è in edicola. Fermi anche gli aggiornamenti dell’agenzia Radiocor e i Gr di Radio24.

Ecco di seguito l’intervento del Cdr del quotidiano all’assemblea degli azionisti del Sole 24 Ore di ieri e, a seguire, il comunicato del Cdr di Radio24 e dei giornalisti di Radiocor.

Signor presidente, signori consiglieri, signori azionisti.
Noi sapevamo. Noi sapevamo che l’andamento del gruppo era assai critico e non da oggi e neppure da ieri. Noi sapevamo che la politica delle diversificazioni sarebbe stata perdente. Noi sapevamo che una governance pasticciata avrebbe impedito una conduzione sana e responsabile della società. Noi sapevamo che cavalcare in maniera disinvolta l’onda del digitale senza vere scelte di fondo in termini di organizzazione e di investimenti ci avrebbe esposto a rischi certi e risultati flebili.  A testimoniarlo ci sono i nostri ricorrenti interventi in questa sala, in questa circostanza, purtroppo inascoltati, fin dal primo bilancio in rosso. Lo sapevamo perché siamo giornalisti, e giornalisti del Sole 24 Ore, abituati a leggere e capire la realtà economica e finanziaria.
E un giornale, il nostro giornale, è fondato sulla credibilità di chi lo scrive. Oggi però ci domandiamo come possa essere risollevata un’azienda come la nostra senza scelte di alto profilo in totale discontinuità con il passato e che sgombrino il campo da qualunque sospetto di conflitto di interessi.
Nove anni di riduzione concordata dei salari, di prepensionamenti e di costante discesa dell’organico giornalistico e non solo non sono bastate a riportare in linea di galleggiamento il conto economico del Gruppo, dimostrando che il problema di sostenibilità non è certo nella componente che produce i contenuti caratteristici dell’azienda e che tiene alto il brand commerciale dell’intera galassia Sole.
E oggi, giorno dell’assemblea, l’azionista è chiamato a una grande responsabilità se vuole conservare la sua centralità: deve assicurare le risorse per il risanamento e nello stesso tempo recuperare una credibilità che non può non passare attraverso una vera rottura con il passato. Ma soprattutto deve dotarsi di una politica editoriale in un settore dove non si può improvvisare. Un’azienda editoriale, alla fine, si regge su un’unica risorsa, su un unico capitale, quello umano, sui suoi giornalisti prima di tutto. Serve un rilancio vero per costruire Il Sole di domani di cui noi siamo stati e siamo i protagonisti. E servono atti di fiducia. Per questo  qui avanziamo formalmente una richiesta. Come azionisti, come dipendenti ma soprattutto come giornalisti: un posto in consiglio di amministrazione o, almeno, un posto come invitati permanenti alle riunioni del Consiglio. Almeno fino al momento del ritorno all’utile.
Noi abbiamo fatto la nostra parte anche economica. Abbiamo parlato, rivolgendo pubblicamente 10 domande al nostro editore. Ci aspettiamo, ci auguriamo, che arrivino ora le risposte.
Purtroppo la leggerezza con cui abbiamo sentito parlare anche nelle ultime ore di tagli ai dipendenti, di dimezzamento del personale, di piani lacrime e sangue, non è accettabile. Non lo è per le evidenti corresponsabilità nel passato di chi se ne fa oggi portatore e perché ripropone ancora una volta la scorciatoia più facile a problemi difficili. Per queste ragioni il comitato di redazione ha deciso di proclamare un giorno di sciopero per oggi. Grazie.

Comunicato sciopero Radio24
Alla luce di quanto emerso nel corso dell’assemblea degli azionisti e delle allarmanti dichiarazioni del presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, i giornalisti di Radio24, riuniti in assemblea, hanno deciso di scioperare nella giornata di domani, martedì 15 novembre, condividendo la linea dei colleghi del quotidiano e dell’agenzia Radiocor.
La redazione di Radio24 ribadisce il no ad ipotesi di licenziamenti e no ad un piano che preveda come detto dal Presidente Boccia: “lacrime e sangue”. I giornalisti di radio24 chiedono all’azionista un piano industriale di forte rilancio del gruppo, con investimenti importanti sulla radio.  L’ assemblea dei redattori di radio24 ha affidato al Cdr  un pacchetto di 5 giorni di sciopero e altre iniziative di agitazione.

Sciopero dei giornalisti dell’agenzia Il Sole 24 Ore Radiocor Plus
L’assemblea dei giornalisti dell’agenzia Il Sole 24 Ore Radiocor Plus ha proclamato per domani, martedì 15 novembre, una giornata di sciopero: i giornalisti si asterranno dal lavoro in concomitanza con l’assenza del Sole 24 Ore dalle edicole e con l’analogo silenzio proclamato da Radio24. Lo rende noto un comunicato del Cdr.
I giornalisti di Radiocor «ritengono inaccettabili le recenti dichiarazioni del presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, che in un’intervista televisiva ha prefigurato una piano industriale “lacrime e sangue” per i dipendenti del gruppo». I giornalisti di Radio24 «chiedono all’azionista un piano industriale di forte rilancio del gruppo, con investimenti importanti sulla radio: l’assemblea dei redattori ha affidato al Cdr un pacchetto di 5 giorni di sciopero e altre iniziative di agitazione». (ANSA – Milano, 14 novembre 2016).


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