Il 19 novembre un tribunale del Cairo ha condannato Yehia Qalash, presidente del sindacato dei giornalisti egiziani, e Khaled Elbalshy e Gamal Abd el-Reheem, altri due altri dirigenti del sindacato, a due anni di carcere. In attesa del processo d’appello, dietro cauzione di 10.000 lire egiziane, i tre giornalisti non finiranno in carcere.
Galash, Elbalshy e el-Reheem erano stati arrestati la mattina del 30 maggio nella capitale egiziana, per aver nascosto persone ricercate e aver diffuso notizie false su queste ultime.
I fatti risalgono al 1° maggio. Quel giorno, per la prima volta dal 1941, anno di fondazione, 40 uomini avevano fatto irruzione, armi in pugno, nella sede centrale del sindacato, picchiando chiunque capitasse a tiro e arrestando Amr Badr e Mahmoud al-Saqqa. Questi due giornalisti – i “ricercati” che il sindacato avrebbe “nascosto” – sono stati poi rilasciati su cauzione ma rischiano il processo per le accuse di aver dato vita a un gruppo illegale con l’intento di rovesciare il governo, istigazione alle proteste, pubblicazione di notizie false e militanza nel “Movimento 6 aprile”, uno dei protagonisti della rivoluzione del 25 gennaio 2011.