Tutti condannati per la morte di Franco Mastrogiovanni. I giudici della Corte d’Appello di Salerno hanno emesso il verdetto di secondo grado a carico dei medici (con un discutibile sconto di pena per attenuanti generiche) e degli infermieri, imputati per la morte del maestro elementare di Vallo della Lucania, deceduto a 58 anni dopo il ricovero forzato, conseguenza di un trattamento sanitario obbligatorio disposto nei suoi confronti.
Ottantasette le ultime ore di Francesco Mastrogiovanni narrate attraverso le immagini disumanizzanti di nove videocamere di sorveglianza poste all’interno del reparto psichiatrico dell’ospedale. La regista Costanza Quatriglio che ha ripercorso con bravura e passione i giorni e le notti dell’uomo nel film “87 ore” (una produzione DocLab, in collaborazione con Raitre e con il patrocinio della sezione italiana di Amnesty International) ha così commentato vicenda ad Articolo21: “Questa sofferenza ci appartiene. Da quando la famiglia ha dolorosamente scelto di rendere note le immagini del corpo di Franco, la sua morte ci appartiene così come ogni momento di quelle ottantasette ore. La narrazione esiste perché esistono quelle immagini e quelle immagini esistono perché lui è morto e lui è morto perché è stato imprigionato dentro quelle immagini come se l’occhio che filmava volesse il suo male. Il film c’è, è patrimonio comune, è di tutti ormai. Servirà a elaborare ciò che è accaduto? Servirà a superare il torpore dell’autoassoluzione? Chiedo scusa se cito Montale, ma oggi solo questo possiamo dire: ciò che non siamo, ciò che non vogliamo”.