ROMA – Rosy Bindi chiede le carte alla procura di Napoli per valutare l’apertura di una inchiesta parlamentare, mentre i consiglieri regionali M5s depositano un esposto. ma il Governo non cede e in commissione Bilancio alla Camera insiste con l’emendamento che aprirà al presidente della Campania Vincenzo De Luca la strada alla poltrona di commissario della Campania.
Tra Napoli e Roma è un uno-due. In mattinata i consiglieri regionali campani del Movimento 5 Stelle depositano un esposto nei confronti di De Luca, perché faccia “gli opportuni accertamenti” e possa “valutare la sussistenza di eventuali profili di rilevanza penale rispetto alle parole pronunciate da De Luca nel corso di un’assemblea con 300 amministratori locali, in cui esalta il metodo clientelare e chiede di contattare il mondo dell’imprenditoria e della sanità privata perché portino voti al Si”.
Al pomeriggio, in commissione Antimafia, è un coro: Gal, Movimento 5 Stelle, Forza Italia, Lega e Sinistra italiana chiedono di avviare un’inchiesta parlamentare. L’Ufficio di presidenza, all’unanimità, incarica così la presidente Rosy Bindi di richiedere preventivamente informazioni urgenti alla procura di Napoli.Il diretto interessato commenta: “Apprendiamo della richiesta avanzata dalla Commissione Antimafia. Ci rende curiosi conoscere l’iter previsto sul reato di battuta e come evolverà la crociata del calamaro”. Il riferimento è alle parole da lui stesso pronunciate nell’incontro con i sindaci della Campania avvenuto all’hotel Ramada di Napoli martedì 15 novembre. “Franco – dice nella registrazione rivolgendosi a Franco Alfieri, sindaco di Agropoli, che lui stesso definisce ‘notoriamente clientelare’ – vedi tu come devi fare, offri una frittura di pesce, portali sulle barche, sugli yacht, fai come cazzo vuoi tu, ma non venire qui con un voto in meno di quelli che hai promesso”.
E non arretra neanche sulla questione dell’emendamento alla manovra costruito su misura per lui. Si tratta, attacca, di “una iniziativa volta a rimuovere una situazione assurda per la quale fino a un anno fa erano commissari per la Sanità i presidenti che avevano determinato il debito, mentre non possono esserlo coloro che la stanno risanando.Non è molto difficile svelare questo mistero e sottrarlo alla titolarità di De Luca”. Infine annuncia: “Per ogni altro elemento di folklore se ne riparlerà dopo il referendum, quando comunicheremo anche l’elenco di tutti quelli che saranno querelati per diffamazione”.Il Governo non lo abbandona: in serata arriva infatti la riformulazione dell’emendamento contestato. E prevede, come anticipato ieri da LaPresse, che i presidenti di Regione possano diventare commissari della Sanità ma siano, per superare i rilievi del ministero della Salute (contrario a veder coincidere le figure di controllore e controllato), soggetti a verifiche ogni sei mesi.Sulla questione la polemica infuria.
Piove una interrogazione al ministro dell’Interno Angelino Alfano, che dice: “Quel linguaggio l’ha portato anche a vincere” le recenti elezioni regionali, e “noi siamo rispettosi della volontà popolare: ha vinto lui, e io e lei sostenevamo un presidente diverso. Io credo che il giudizio gli elettori l’hanno dato molto recentemente”. In aiuto anche la collega titolare della Difesa, Roberta Pinotti: “Io ho il mio stile diverso e me lo tengo, ma detto ciò credo De Luca sia un buon amministratore e credo che nella lotta alla criminalità abbia fatto cose importanti”.Da Ala arriva la difesa di Ciro Falanga, componente della Commissione Antimafia: “Dalla parole del governatore, diffuse attraverso un supporto audio, di sicuro non possano ravvisarsi reati riferibili alla criminalità organizzata”. Dal Pd e soprattutto dal segretario Matteo Renzi invece non arrivano commenti.
“E’ gravissimo che il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, appoggi il metodo De Luca, volto a favorire il voto di scambio, spingendosi fino al punto di considerarlo vincente. Il ministro forse si è dimenticato quali siano le sue prerogative e che dovrebbe lavorare per la tutela e la difesa della legalità”, commentano in una nota congiunta i parlamentari M5S delle commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato. “Non siamo per nulla soddisfatti della risposta del ministro Alfano. Ci saremmo aspettati dal ministro dell’Interno qualcosa in più sulle gravissime frasi pronunciate da De Luca”, sottolinea Arturo Scotto, capogruppo di Sinistra Italiana. “Opportuna iniziativa della commissione Antimafia che chiede le carte relative a De Luca. Ma cosa fanno le procure? Non hanno ancora incriminato il comportamento mafioso che ha pubblicamente tenuto il presidente della regione Campania? E cosa hanno da dire i suoi compagni di gioventù, come l’alto magistrato Nello Rossi che oggi siede in Cassazione? Cosa fanno i procuratori di Napoli e di Salerno?”, incalza il senatore di Fi Maurizio Gasparri.