Articolo 21, fin dalla sua nascita, quasi 15 anni fa, si è battuta in difesa della libertà di espressione in tutti gli ambiti, nell’informazione come nella cultura, nella ricerca, nello spettacolo, in tutte le forme della cittadinanza, grazie anche alle diverse provenienze che ci contraddistinguono, provenienze professionali, culturali, sociali, ideali.
Per questo, pur non partecipando direttamente come associazione ai percorsi sindacali dei giornalisti, Articolo 21 condivide lo spirito che anima il documento che sarà discusso nell’assemblea del 9 novembre a Roma.
Con gli estensori del documento abbiamo anche promosso molte campagne, sempre in nome dei diritti civili e umani, sulla Turchia, l’Egitto, la Siria, come per il rifiuto dei linguaggi d’odio, la dignità del lavoro, e la battaglia per una legge contro le querele temerarie, un impegno avviato proprio da uno dei nostri soci fondatori, Roberto Morrione, che ha dedicato i suoi ultimi anni a denunciare questa piaga che inquina e imbavaglia il giornalismo migliore.
Seguiremo quindi con interesse il processo che a partire da questo importante appuntamento vedrà impegnato il sindacato e l’intera categoria dei giornalisti, e cercheremo, sul nostro sito, i nostri profili social e nelle diverse iniziative che abbiamo in preparazione, di raccontare nel modo più completo e corretto il dibattito che lo animerà.