“La forza della criminalità organizzata risiede nella tolleranza sociale e istituzionale che incontra – sottolinea Salvatore Lupo, storico dell’Università di Palermo – le mafie non sono onnipotenti e non è vero che non possono essere sconfitte a causa della loro grande forza e compattezza interna. Appaiono invincibili solo se nessuno le combatte, perché la loro forza è nella tolleranza. La superiorità acquisita su molti mercati dalla ‘Ndrangheta non deriva dalla sua intrinseca forza, così come la decadenza di mafia siciliana e americana non deriva dalla sua debolezza, bensì dai colpi che queste hanno ricevuto e da quelli che invece non ha ricevuto la mafia calabrese”. Quello della storia e dell’evoluzione delle mafie è stato il tema al centro della prima conferenza del Progetto Educativo Antimafia promosso dal Centro Pio La Torre. “La tolleranza istituzionale – continua Lupo – deriva da quella sociale, ecco perché servono queste iniziative, altrimenti parleremmo solo con la polizia o in tribunale. Il percorso fatto dalla Repubblica italiana dalla sua costituzione ad oggi è un percorso di tolleranza, di sconfitte etiche pubbliche ma anche di tante vittorie contro la mafia, alcune ottenute qui a Palermo, dove si sono registrate però anche tante sconfitte. Ma i successi ottenuti negli ultimi anni sono maggiori di quelli ottenuti nei 150 anni precedenti”.
“A Napoli si sono formati dei “quartieri-Stato” – spiega Isaia Sales, retti dal quasi monopolio della violenza e delle sanzioni in mano alla criminalità e un mercato illegale di massa. Zone della città dove la polizia non entra (e non ha giurisdizione) e quando è costretta a farlo può essere attaccata da una parte dei suoi abitanti, una zona franca illegale dove circolano liberamente merci illegali e droga”. “Per la camorra – continua Sales – la lotta contro lo Stato, al contrario che per la mafia, non è una eccezione, ma è permanente, fatta di tanti piccoli scontri tipici di una criminalità che opera permanentemente all’interno dei mercati illegali”.
Oltre cento le scuole medie superiori italiane che prendono parte al progetto, tra di queste le scuole di Arquata, comune colpito dal terremoto, e l’Isc Pirandello di Lampedusa. “Un modesto ma concreto contributo di solidarietà – spiega Vito Lo Monaco, presidente del Centro La Torre – a giovani che vivono in situazioni disagiate, sia legate al terremoto che alla tratta dei migranti. Disagi frutto di diseguaglianze globali e disgrazie che richiamano pesanti responsabilità umane”. Durante la conferenza, è stata utilizzata un’applicazione web che ha coinvolto gli studenti attraverso un questionario sui temi appena trattati al fine di permettere una fase di verifica dei contenuti appresi.
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