Fondo per il pluralismo e l’innovazione, ridefinizione della disciplina dei contributi diretti alle imprese editrici, sostegno agli investimenti per l’innovazione dell’offerta informativa, distribuzione e vendita dei giornali, prepensionamenti, Ordine dei giornalisti, equo compenso, agenzie di stampa. Ecco le principali novità introdotte dalla riforma dell’editoria appena approvata.
Lo scorso martedì 4 ottobre l’aula della Camera dei deputati ha approvato in via definitiva il
disegno di legge di riforma dell’editoria, che prevede l’istituzione di un fondo “per il pluralismo e l’innovazione” e che delega al governo il compito di ridefinire la disciplina del sostegno pubblico, sia per il settore dell’editoria che per quello dell’emittenza radiofonica televisiva locale, oltre che di intervenire sui profili pensionistici dei giornalisti nelle aziende in stato di crisi e sulla composizione e le competenze del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti.
Si tratta di un risultato importante perché, pur rinviando ad altre sessioni parlamentari, che la Fnsi sta già sollecitando, temi cruciali come quello della ridefinizione delle norme sulle concentrazioni e sulle fusioni nel settore editoriale, introduce novità di rilievo e attese da tempo. A distanza di 35 anni dalla legge 416/81 e di 53 anni dalla legge istitutiva dell’Ordine dei giornalisti, la n. 69/63, si pongono le basi per il rilancio del settore e per affrontare le sfide dell’innovazione con un apparato normativo più adeguato… Da fnsi
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