La legge finanziaria c’è, ma non c’è

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La legge finanziaria c’è, ma non c’è. Se ne parla, ma non esiste un documento dove nero su bianco ci sia la certezza delle cifre, con spese e coperture. Da giorni, il duo  Padoan e Renzi proiettano schemi, fanno circolare anticipazioni, modificano la versione ad uso nazionale da quella per gli occhiuti tecnici europei, ma senza mai produrre un pezzo di carta. La riluttanza di Bonnie e Slide per un impegno scritto è un segno allarmante di debolezza dell’intera manovra.  Poco risolutiva, ma molto emotiva.

Il massimo del minimo è l’abolizione di Equitalia, venduta come la vendetta del governo buono, contro l’esattrice cattiva. E qui, il pensiero malizioso che Renzi cerchi d’imbonirsi gli elettori in vista del referendum si fa più di un sospetto. Anzi, si rottamano persino le cartelle esattoriali, senza intervenire sulla causa del malessere dei contribuenti, ovvero l’inasprimento delle tasse sugli onesti, per l’espansione della platea degli evasori. Passa il messaggio – deleterio – che il consenso si deve comprare; che la gente ti vota, se le dai dei soldi, non se migliori il Paese. E la serie dei Medici fa il pieno di ascolti, nella puntata tutta incentrata sulla corruzione dei banchieri fiorentini nei confronti del clero depravato romano.
Gli ideali sono una variante dell’ingenuità, perché tutto ha un prezzo.
E’ questo il leitmotiv che ci bombarda. La mattina dalla realtà, la sera dalla fiction.

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