Il 2 ottobre il tribunale distrettuale di Srinagar, capitale dello stato indiano di Jammu e Kashmir, ha ordinato la chiusura del quotidiano in lingua inglese Kashmir Reader. Secondo il tribunale, il quotidiano “pubblica materiali e contenuti che istigano ad atti di violenza e di disturbo della quiete pubblica”. Di quali “materiali e contenuti” si tratti, la sentenza non lo dice. Il provvedimento è un’evidente ritorsione nei confronti di un quotidiano che ha seguito la nuova ondata di violenza politica nello stato di Jammu e Kashmir e ha denunciato le violazioni dei diritti umani commesse dalle forze di sicurezza.
La situazione è precipitata l’8 luglio, quando è stato ucciso Burhan Wani, membro del gruppo separatista Hizbul Mujaheddin. Le proteste, che vanno avanti ininterrottamente da allora, hanno causato almeno 82 morti, fra cui tre agenti di polizia, e oltre 10.000 feriti. La risposta delle forze di polizia è stata spietata: fucili a pallini che hanno ferito anche bambini all’interno delle loro abitazioni e, dal 2 settembre, una nuova arma: il nonivamide o vanillilamide dell’acido pelargonico (l’acronimo è PAVA), in termini più semplici un agente chimico urticante a base di chili.
Secondo una direttiva del ministero degli Interni, questo prodotto dovrebbe essere usato dalle forze di sicurezza durante le manifestazioni, riservando l’uso dei fucili a pallini – che hanno fatto decine di vittime – ai casi più gravi. Il PAVA, usato come spray o contenuto in candelotti lanciati a mano o esplosi da apposite armi, provoca irritazione agli occhi e difficoltà respiratorie. Se impiegato in luoghi chiusi o con scarsa aerazione, così come presso scuole o ospedali, può avere conseguenze letali.
I medici dell’ospedale Shri Maharaja Hari Singh, il più grande ospedale pubblico della città di Srinagar, hanno denunciato l’uso sconsiderato del PAVA, segnalando anche di aver refertato lesioni cutanee. Chi denuncia le violazioni dei diritti umani in corso viene messo a tacere: prima della chiuura di Kashmir Reader, a settembre era stato arrestato il noto attivista Khurram Parvez, presidente della Federazione asiatica contro le sparizioni involontarie e coordinatore dei programmi della Coalizione della società civile del Jammu e Kashmir.