Nel cuore della città moderna, tra Garibaldi e Corso Como, proprio sotto il palazzo a vetri della Regione, il Giardino Politkovskaja è stato teatro sabato 15 ottobre del presidio organizzato in ricordo della coraggiosa giornalista russa.
L’evento è stato aperto da Andrea Riscassi, portavoce di Articolo 21 Milano e dell’associazione Annaviva che, ringraziati i presenti, ha ricordato i 10 anni dalla scomparsa di Anna, uccisa il 7 ottobre del 2006 per aver denunciato i terribili fatti della guerra in Cecenia e oggi simbolo del giornalismo indipendente, della libera informazione e della lotta per i diritti umani. Non è un caso dunque che il primo ad intervenire sia stato proprio Danilo De Biasio, segretario del Festival dei Diritti Umani che, alla sua prima edizione, porta a Milano “film, documentari e dibattiti sui diritti negati e su quelli (ri)conquistati, sui soprusi e sulle battaglie per eliminarli”.
Nel frattempo, dall’altra parte della città ma sotto la stessa torrenziale pioggia, si svolgevano i funerali laici di Dario Fo. Due figure, come ha ricordato l’assessora Cristina Tajani presente in rappresentanza dell’amministrazione milanese, tra loro molto simili, nonostante la distanza fisica nello spazio e, forse, anche nel tempo. Fo e la Politkovskaja si sono entrambi battuti, usando ognuno i propri mezzi, per difendere la libertà di pensiero e di parola, per tutelare i diritti degli uomini dalle vessazioni dei potenti, per ricordare e portare alla luce fatti terribili come quelli denunciati con forza dalla giornalista, prima pubblicamente minacciata dai vertici militari e poi uccisa sulla via di casa con le buste della spesa ancora in mano.
Giornata di lutto cittadino per la scomparsa dell’eterno giullare, questo sabato di ottobre ha avuto in realtà una mattinata felice: la presenza al Giardino di figure autorevoli e dal notevole peso negli ambiti dell’amministrazione e della cultura e dei numerosi studenti che hanno pubblicamente letto i propri pensieri e le proprie riflessioni, ha infatti testimoniato la volontà da parte di molti di continuare la battaglia intrapresa da Anna, ricordandone non soltanto il nome, ma anche la determinazione e la dedizione ad causa tanto importante. Non ne esistono in Russia di parchi, di monumenti o di targhe dedicati alla Politkovskaja o agli altri innumerevoli giornalisti uccisi – in tutto il mondo – per aver difeso la libertà di stampa, ma la sostanza dei fatti non cambia perché, come ha ripetuto lo stesso Andrea Riscassi, “si lotta nonostante tutto, si lotta a prescindere”.