È stato presentato in Triennale il volume di Ezio Frigerio, il grande scenografo, dal titolo “Cinquant’anni di teatro con Giorgio Strehler”. Il volume raccoglie una serie di immagini riguardanti le maggiori collaborazioni tra le due grandi figure del panorama teatrale italiano e non solo. Lo stesso Frigerio ci tiene a precisare più volte come le immagini raccolte non siano semplici fotografie e nemmeno documenti: lo scenografo parla di ricordi. Questi sono accompagnati da brevi testi volutamente narrativi che raccontano la storia della nascita di quelle scenografie e il loro significato.
Si potrebbe parlare a lungo della collaborazione Strehler-Frigerio, quello che è bene ricordare non è solo la perfetta sintonia tra i due, sono il completamento uno dell’altro in un’ottica innovativa che porta una svolta nel neonato teatro di regia. Siamo in un periodo di immensa ricchezza teatrale, l’apparenza e l’abbondanza sono predominanti nei costumi e nelle scenografie. I due artisti hanno semplificato tutto questo a favore della storia nella sua verità e semplicità. Pochi elementi essenziali, ben studiati e ben mossi sul palcoscenico per creare cornici che accompagnano lo sviluppo narrativo, che ne seguono l’evoluzione, che posso essere definiti, insieme alle luci, parte dello spettacolo al pari degli attori.
Hanno presentato il volume, edito da Skira, Andrea Cancellato, direttore della Triennale, Marcella Tili, sindaco di Erba, città natale dell’artista, dove lui stesso ha dato vita ad un bellissimo progetto di digitalizzazione e archivio delle scenografie e dei costumi del panorama teatrale del XX secolo. Sono intervenuti anche Margherita Palli, scenografa e insegnate, e Philippe Daverio che propone lo spunto di riflessione più interessante. Dopo il dovuto elogio alle doti di Frigerio, lo storico dell’arte si sofferma su come la semplicità e la praticità abbiano caratterizzato le sue scenografie: parla di concettualità, un elemento ridondante nel mondo del design, ma che potrebbe aver perso le caratteristiche con cui è nato. Ad amplificare questo discorso, si accenna all’aspetto economico, al rapporto spesa/guadagno del concettualismo (e design) negli ultimi 50 anni.
Un altro punto di discussione è l’attento studio filologico di Strehler e Frigerio prima di una qualsiasi rappresentazione, per renderla vera e onesta. Studio e analisi che oggi vengono fatte sempre più superficialmente, basti vedere la rappresentazione anacronistica (e anacromatica) della fiction Rai I Medici, con target mondiale.
Segue la presentazione del libro, un video di 15 minuti in cui si racconta la storia delle maggiori opere della coppia. Un libro per tutti gli appassionati di teatro, classico e d’avanguardia, per ritrovare quell’anello di congiunzione tra le due linee di pensiero che ultimamente sta venendo meno.