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“Cani, porci” e diritti umani, la protesta della Corea del Sud

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[Traduzione a cura di Luciana Buttini dall’articolo originale di Jeong-Woo Koo pubblicato su openDemocracy]

La Corea del Sud sta affrontando alti livelli di disuguaglianza dei redditi, una cospicua corruzione governativa, e un crescente disagio pubblico nei confronti dei funzionari di governo. In questo clima politico teso, l’Alto Funzionario del ministero dell’Istruzione Na Hyang-wook ha rilasciato, recentemente, dichiarazioni offensive in cui affermava che il Paese avrebbe dovuto mettere in atto un sistema ufficiale di classi sociali, e paragonava il 99% dei sudcoreani “a cani e porci” che hanno solo bisogno di essere nutriti e tenuti in vita.

Tuttavia Na non si è fermato lì, ma ha addirittura rimproverato i cittadini per la solidarietà manifestata nei confronti di un lavoratore diciannovenne a contratto della stazione metropolitana, rimasto ucciso da un treno. Le sue dichiarazioni si sono rivelate particolarmente provocatorie poiché la morte di questo giovane – che stando a quanto si dice era sottopagato rispetto ai suoi colleghi e lavorava senza adeguate misure di sicurezza – è diventata un grido di battaglia contro la disuguaglianza economica. Agli occhi di molti, la sua morte è vista come il simbolo dell’enorme divisione di classe tra i sudcoreani “nati con la camicia” (i bambini nati in famiglie ricche) e i “nati senza” (i bambini nati in famiglie povere). Così, le dichiarazioni di Na hanno dato la cattiva impressione che i funzionari pubblici non si preoccupino minimamente dei meno abbienti… Continua su vociglobali


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