Proteste dall’Ordine dei giornalisti della Sardegna che esprime preoccupazione per le disposizioni della Prefettura. Coinvolti dieci operatori dei media di diverse agenzie e testate
Il 6 ottobre 2016 l’Ordine dei Giornalisti della Sardegna ha protestato per le condizioni in cui i cronisti sono stati costretti a lavorare per documentare lo sbarco al porto di Cagliari di 1255 migranti destinati a essere smistati nei centri di accoglienza dell’isola. Sono in totale dieci, tra giornalisti e cameramen, gli operatori dell’informazione confinati in uno spazio transennato, senza alcuna tettoia, lontano dal punto di attracco dell’imbarcazione, così da rendere difficile scattare fotografie, anche con il teleobiettivo ed effettuare riprese. I giornalisti e gli operatori lavorano per Ansa (2), La Stampa (1), Agi (2), Associated Press (1), Unione Sarda (1), Rai (1) e Videolina (1). Un fotografo e un freelance.
“In occasione dell’ultimo sbarco – si legge in un comunicato stampa dell’Ordine dei Giornalisti Sardegna, che esprime forte preoccupazione per la limitazione della libertà di stampa – due agenti della Polizia di Stato e due militari della Capitaneria erano dedicati espressamente a impedire qualsiasi movimento ai giornalisti, ai quali in occasioni precedenti, durante la stagione estiva, era stato impedito perfino di dissetarsi. Non si comprendono i timori della Prefettura di Cagliari nei confronti del ruolo dell’informazione”. L’Odg Sardegna lamenta anche un inasprimento dell’azione della Prefettura “tesa ad ostacolare il lavoro dei colleghi”.
“I giornalisti che seguono l’emergenza migranti lavorano in condizioni debilitanti e sono stremati – dichiara a Ossigeno il segretario dell’Odg, Luigi Almiento – Speriamo che le istituzioni si adoperino per risolvere queste situazioni”.
LC