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Se le chiamano “stragi nell’indifferenza”, un motivo ci sarà, vi pare?

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Dopo le due morti sul lavoro che ci sono state oggi all’Ilva e all’Atac, è intervenuto anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, cha ha definito ogni morte sul lavoro “una ferita per l’Italia”. E poi: “Ogni morte sul lavoro costituisce una ferita per l’Italia e una perdita irreparabile per l’intera societa’. Non e’ ammissibile che non vengano adeguatamente assicurate garanzie e cautele per lo svolgimento sicuro del lavoro”

Ringrazio davvero il Presidente della Repubblica per la Sua sensibilità sul dramma delle troppe morti sul lavoro, di cui molto spesso non si parla sui mezzi d’informazione.
Quando va bene queste notizie vengono relegate nei titoli di coda dei tg e nelle brevi dei quotidiani.
Se le chiamano “stragi nell’indifferenza”, un motivo ci sarà, vi pare?
Nel 2015 ci sono state oltre 1400 morti sul lavoro (dati Osservatorio Indipendente di Bologna sulle morti sul lavoro http://cadutisullavoro.blogspot.it/).
E se guardiamo i dati del 2016, aggiornati al 17 Settembre (oggi), siamo già a oltre 940 morti sul lavoro.
In data 2 Settembre l’Inail ha risposto alla mia lettera (che trovate come allegato pdf a questa email), che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella gli aveva inoltrato, sul fatto che molte morti sul lavoro non venissero riconosciute dall’Istituto.
E dalla lettera inviata si scopre quanto segue, su 1246 denunce di infortunio mortale arrivate all’Inail nel 2015, solo 694 sono state effettivamente riconosciute come infortunio mortale. Delle restanti 546 denunce di infortunio non riconosciute come morte sul lavoro, 26 sono ancora in fase di istruttoria (voglio ricordare all’Inail che siamo il 17 Settembre 2016), 290 sono morti non sono riconducibili ad un evento sul lavoro.Ma la sorpresa viene ora, 64 denunce di infortunio mortale presentano un difetto in occasione di lavoro, 39 un difetto in itinere, 43 persone morte non erano tutetale dall’Inail, 14 persone morte non svolgevano attività tutelate dall’Inail, per 55 persone morte c’era una mancanza di documentazione non valida che non ha permesso che venissero riconosciute come morti sul lavoro, ed infine per 21 persone morte ci sono altre cause di negatività (di cui non è dato di sapere) per cui non sono state riconosciute come morti sul lavoro.Io resto sconcertato e la spiegazione dell’Inail non mi convince per niente.
Ognuno ne tragga le debite conclusioni.
Saluti.

*Marco Bazzoni-Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per La Sicurezza


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