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Roma Capitale, indagato anche il neo Assessore De Dominicis e la Raggi lo scarica. Il mini-Direttorio si dimette. Una fuga?

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Di Luigi Sambucini
Dopo quella che era sembrata una vera e propria tregua armata, all’interno del Movimento 5Stelle tornano ombre scure che preparano a nuovi possibili temporali. La Raggi, barricata in Campidoglio, è costretta a rinunciare anche al neoassessore al Bilancio Raffaele De Dominicis, l’ex giudice contabile che era stato strenuamente difeso dalla sindaca, dopo che il magistrato aveva confessato ‘candidamente’ delle sue frequentazioni con lo studio legale Sammarco, nulla di illegale, naturalmente, ma solo una questione di mancata sensibilità politica. Ma in serata si è  appreso, ed è questa la notizia che creerà più di un imbarazzo alla sindaca, che proprio il neoassessore è indagato dalla Procura di Roma per abuso d’ufficio. Ed a quel punto, visto il ‘codice 5Stelle’ la Raggi non poteva che applicare la regola sugli indagati, anche se resta il mistero sul perché non è stato ancora applicato per l’altro assessore, la Muraro, che ha la delicatissima delega sull’Ambiente. La decisione della Raggi di lasciare a piedi De Dominicis è stata affidata, come sempre a Facebook. Un benservito in rete mentre il magistrato si sfogava parlando di complotto. Ma ecco la nota della Raggi: “In queste ore ho appreso che l’ex magistrato e già procuratore generale della Corte dei Conti del Lazio in base ai requisiti previsti da M5s non può più assumere l’incarico di assessore al bilancio della giunta capitolina, pertanto di comune accordo abbiamo deciso di non proseguire con l’assegnazione dell’incarico. Siamo già al lavoro per individuare una nuova figura che possa dare un contributo al programma della giunta su Roma”.
 
Uno stop nelle caselle di governo, che potrebbe essere seguito da altre defezioni forzate
 
Dunque ancora uno stop giudiziario-amministrativo, che potrebbe essere seguito nel futuro prossimo anche da quello della delegata ai Rifiuti, incappata nelle attenzioni della magistratura per i suoi trascorsi in Ama. Nella mattinata di giovedì i carabinieri del Noe  hanno acquisito nuovi documenti nella sede periferica di Ama a Rocca Cencia. Si tratta di faldoni che riguardano l’attività di smaltimento dei rifiuti che vengono riversati in questo impianto. In uno dei filoni di indagine aperti sulla gestione dei rifiuti nella Capitale è indagata, come detto, l’assessore all’Ambiente Paola Muraro, che ha lavorato per 12 anni come consulente e che ha avuto nel tempo trascorso proprio a Rocca Cencia il compito di effettuare controlli sui rifiuti in uscita ed in entrata dal Tmb.
 
Il mini-Direttorio abbandona il Campidoglio, una fuga o solo più autonomia per la sindaca?
 
Ma la giornata di giovedì è stata anche quella della chiusura del mini-direttorio che affiancava la Raggi nel governo della città. Grillo ha lasciato Roma con un ringhio sui giornalisti che assediavano l’albergo che lo ospitava: “Non ho mai visto tanta violenza fisica e privata”. Ma la notizia del giorno è la chiusura proprio dell’organo chiamato a consigliare, controllare e proteggere la Raggi. Risibile la motivazione, visto quanto accaduto nelle ultime ore: Taverna, Castaldo e Perilli, che componevano l’organismo hanno deciso di lasciare con una nota che cerca di ‘saltare’ il problema, rendendolo un ‘falso problema’. La lettera che segue, non sembra scritta a Roma, dove l’affanno della giunta Raggi è evidente, ma da Torino, dove la Appendino, al momento, ripercorre la strada del buon governo di Piero Fassino, con tutte le differenze e le emergenze che separano Torino da Roma. Ecco, comunque, l’addio del mini-Direttorio: “La macchina amministrativa è partita ed è giusto che ora proceda spedita – si legge nella nota affidata al portale del Movimento – per questo, riteniamo che oggi il nostro compito non sia più necessario. Come portavoce e attivisti del MoVimento 5 stelle abbiamo accettato con senso di responsabilità ed entusiasmo il compito di supportare Virginia Raggi per coadiuvarla nelle scelte giuridicamente più complesse e delicate che il sindaco di una città come Roma si trova ad affrontare nei primi mesi del suo mandato. Sono stati mesi intensi e difficili: mesi nei quali il nostro apporto è stato di primaria importanza, in particolare, per l’individuazione della Giunta e per avviare la complessa macchina amministrativa. Oggi quella macchina amministrativa è partita ed è giusto che ora proceda spedita. Auguriamo al sindaco e alla sua squadra i migliori successi, nell’interesse della città e della cittadinanza tutta”. Ma come, si chiederebbe il più inesperto politicamente, con tutto quello che è accaduto in queste ore e quello che potrebbe accadere questi se ne vanno? Torniamo indietro di qualche annetto e ripensiamo un attimo alla frase di Giulio Andreotti: “A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”. Il mini-direttorio si smarca? Prende le distanze con eleganza e solidarietà compresa dalla sindaca? O le nostre sono solo fantasie? C’è poi da registrare un diluvio di dichiarazioni che riguardano direttamente le dinamiche amministrative sul Colle Capitolino e i 5 Stelle.
 
I commenti di Vannino Chiti (Pd) ed Alfredo D’Attorre (Sinistra Italiana)
 
Ne abbiamo selezionate alcune tra queste quella dell’esponente del Pd, Vannino Chiti: “La prima grande prova di governo del Movimento 5 Stelle è iniziata male, come nemmeno i più acerrimi avversari avrebbero potuto immaginare. Al Comune di Roma, con Virginia Raggi sindaco, da luglio a oggi è successo di tutto. Sono stati due mesi di dilettanti allo sbaraglio alle prese con la difficile arte del governo. Roma ha urgente bisogno di persone capaci, competenti e dotate di visioni strategiche. Le premesse invece sono quelle di uno sfascio imminente, che grava sulla capitale del nostro Paese”. Ed ancora con Alfredo D’Attorre dell’Esecutivo nazionale di Sinistra Italiana: “Il M5S ha commesso errori seri sul piano della scelta di alcune figure e dell’assenza di trasparenza. Li ha commessi la sindaca di Roma Virginia Raggi, come il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, che vede intaccata la sua credibilità come leader. Vedo però un’offensiva nei loro confronti che nasconde un’idea illusoria, ossia che nel giro di pochi mesi il voto a favore del M5S possa essere riassorbito e che magari, per effetto di questi errori, chi ha votato il Movimento di Grillo possa tornare a scegliere il Pd o il centrodestra. Le ragioni di quel voto invece sono molto profonde, sia a livello romano che nazionale, e riguardano anzitutto le condizioni di vita di tante persone. Vivendo a Roma, ad esempio,- prosegue l’esponente della sinistra – ho la sensazione che, quando i cittadini ascoltano gli esponenti del Pd che hanno gestito la vicenda Marino partire a testa bassa all’attacco della giunta Raggi, scatti immediatamente un meccanismo che porta a diventare più indulgenti e comprensivi rispetto agli errori del M5S. In questi giorni, se il Pd avesse taciuto, – conclude D’Attorre – probabilmente nella città si sarebbe aperta una riflessione più  profonda sui problemi del M5S”.

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