Dopo B, anche Renzi “pontifica”. Quando i nostri politici sono alle strette, rilanciano il Ponte sullo Stretto.
A lui non importa niente di averlo criticato in passato, perché conta sulla grande amnesia italica. Che fa dimenticare tanto a tanti e solleva dalla fatica della coerenza i politici.Così il ponte definito poco tempo fa una non priorità, viene tranquillamente riproposto nel convegno della grande impresa edile, lucidando la dichiarazione con la promessa di 100 mila posti di lavoro.
I pidini fanno ohh. I grillini dicono no. Ma quello che colpisce è il lancio di un annuncio petardo, fuori da qualsiasi programmazione ponderata che dia coerenza e scala di priorità alle iniziative pubbliche da realizzare. Un capo del governo che improvvisa la decisione di un’opera di quasi 10 miliardi in un periodo di vacche magre preoccupa. Perché comunica l’impressione di inaffidabilità e megalomania. L’Italia è un paese che ha bisogno di urgente manutenzione. Ovunque. Nelle scuole, ospedali, ferrovie, strade, ambiente, beni artistici, acquedotti e in mille altri ambiti. La normalità è strategica, ma poco visibile. E l’esibizionista non la ama. Tanto sa che il suo elettorato non la pretende.
A me piacerebbe invece veder varare il “Piano dei 1000 cantieri”, per riparare ciò che ha bisogno di salvaguardia. Mi piacerebbe un governo che si occupasse di migliorare la qualità di vita dei propri cittadini. Mi piacerebbe un premier infastidito dal lusso, intento a curare il Paese con pazienza, competenza, programmazione. Ma un premier così dobbiamo meritarcelo, diventando più informati ed esigenti. Cittadini responsabili della nostra sovranità.
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