BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

“Nome in codice Caesar”. Martedì 4 ottobre alle 11.00 conferenza stampa in Fnsi

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I Presidenti delle Commissioni Esteri e il Presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la difesa dei Diritti Umani hanno deciso di partecipare il 5 ottobre prossimo all’inaugurazione della mostra “nome in codice Caesar: detenuti siriani vittime di tortura”  al MAXXI, esibizione che chiuderà la sera del 9 ottobre. E’ una decisione importante, che indica l’attenzione istituzionale per un dramma rimosso, lo sterminio dei detenuti in Siria nel drammatico tempo che ha seguito l’inizio delle pacifiche proteste in Siria. Si legge infatti nel rapporto varato dalla commissione d’inchiesta sulla Siria (OHCHR) costituita dal Consiglio per i Diritti Umani dell’ONU,  presieduta dal giurista Pineiro e della quale fa parte la signora Carla Del Ponte: “Detenuti sotto custodia del governo sono stati picchiati a morte, o sono morti come conseguenza di ferite patite a causa di torture. Altri sono morti a causa di condizioni detentive inumane. Il governo ha commesso i crimini contro l’umanità di sterminio, assassinio, stupro o altre forme di violenza sessuale, tortura, sparizione forzata, o altri atti disumani. Per via della medesima condotta sono stati commessi anche crimini contro l’umanità.”

Questi crimini che nessuno potrà mai prescrivere non solo pesano oggi come ieri da un punto di visto giuridico, ma hanno segnato politicamente, e drammaticamente, il corso degli eventi in Siria. Tutto questo indica infatti che questa ferocia ha determinato la trasformazione di una protesta,  pacifica e non violenta, in altro da sé, per difendere persone, famiglie, villaggi, città, aprendo le porte all’abisso nel quale il mondo si trova oggi.

La Federazione Nazionale della Stampa Italiana,  Amnesty International Italia,  Focsiv,  Un Ponte Per,  Unimed (l’Unione delle Università del Mediterraneo) e  Articolo21 hanno ritenuto loro dovere portare un importantissimo tassello di questa verità, sancita dai giuristi dell’ONU, a Roma, dopo che altrettanto è stato fatto al palazzo di vetro di New York, al museo dell’Olocausto di Washington, al Parlamento Europeo e altrove. Questa prova è la mostra Caesar, una selezione di pochissime delle 50mila fotografie che l’agente della polizia militare siriana chiamato Caesar, incaricato dal regime di fotografare tutti i morti, portò con sé quando decise di fuggire. Caesar ha deposto, testimoniato, ma non ha mai rilasciato interviste. Il 4 ottobre però un suo messaggio sarà letto durante la conferenza stampa di presentazione dell’evento, alle 11.00, presso la sede della FNSI, in Corso Vittorio Emanuele 258.

Sono molte e autorevolissime le personalità politiche, culturali e religiose che parteciperanno all’inaugurazione, il 5 ottobre alle 18.00, e l’8 ottobre, sempre alle 18.00, quando giornalisti testimoni dell’inferno siriano, operatori umanitari ed esponenti  religiosi si confronteranno sui fatti e la strada possibile per uscire da una devastazione che sta portando con sé nelle fiamme di una furia devastatrice tutto il popolo siriano e l’intero Mediterraneo.

“Nome in codice Caesar” ci interpella in prima persona, ci chiede di guardare indietro per capire l’oggi, e costruire un domani che renda possibile, dopo 50 anni, il rispetto dei diritti di ogni persona come di ogni gruppo etnico e religioso. La storia dell’inferno siriano  non si esaurisce con l’analisi di quanto di agghiacciante è accaduto nelle prigioni; ISIS e Al Nusra sono intervenuti con il loro carico di orrori e crimini contro l’umanità. Ma l’analisi politica e giuridica dell’orrore non può che partire dall’inizio. E quanto accadde nelle prigioni, nelle notte bui dei forzatamente scomparsi, è un tassello centrale di questo doloroso ma indispensabile cammino di “ ricostruzione per la riconciliazione”.

Martedì 4 ottobre alle ore 11,00 a Roma al primo piano della sede della FNSI – Federazione Nazionale della Stampa Italiana, in corso Vittorio Emanuele II 349, si terrà in la Conferenza Stampa di presentazione dellaMostra “Nome in codice: Caesar. Detenuti siriani vittime di tortura”, prevista dal 5 al 9 ottobre 2016 al museo MAXXI. Un’iniziativa promossa da Amnesty International Italia, Articolo 21, FNSI – Federazione Nazionale della Stampa Italiana, FOCSIV – Federazione degli Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontariato, Un Ponte Per e l’Unione delle Università del Mediterraneo. Alla conferenza stampa verrà letto un messaggio di Caesar e interverranno: Riccardo Noury, Amnesty International Italia; Barbara Scaramucci, Articolo 21; Attilio Ascani, Focsiv; Raffaele Lorusso, Fnsi; prof. Franco Rizzi, Unimed; Francesco Martone, Un Ponte Per; Moaz, Caesar Team. Apertura di  Lorenzo Cremonesi, inviato del Corriere della Sera, Lorenzo Trombetta, corrispondente Ansa da Beirut: “Cosa significa questa mostra”. Coordina Amedeo Ricucci, giornalista Rai.


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