“La scorsa settimana avevamo sottoscritto con convinzione il comunicato stampa di varie associazioni del terzo settore che denunciava con grande preoccupazione che la Questura di Roma, dal 21 settembre 2016, non accettava le domande di protezione internazionale da parte dei profughi che si recavano in via Patini per la presentazione della domanda d’asilo, rinviando al 21 ottobre la prima possibilità di accesso.
Riteniamo infatti che, una tale decisione dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Roma avrà pesanti ripercussioni soprattutto su chi non è attualmente ospitato nei centri di accoglienza, come per esempio i migranti che sostano a via Cupa. Dallo scorso mese di giugno stiamo infatti cercando di svolgere un’attività di orientamento legale alle persone lì presenti, che potrebbero aver accesso sia alla procedura dell’asilo che a quella della relocation. La regolarizzazione della loro situazione giuridica è un modo per allontanarsi dal contesto degradante e indegno in cui attualmente vivono e avere accesso ai circuiti legali dell’accoglienza.
La situazione dunque è particolarmente delicata soprattutto dopo la scelta fatta dall’amministrazione della Capitale di non occuparsi di loro: la sospensione della procedura di asilo significa peggiorare ulteriormente le condizioni di quanti sono già costretti alla vita di strada e decidono di chiedere protezione.
Chiediamo pertanto all’Ufficio Immigrazione di prendere a riguardo una posizione ufficiale, che superi le dichiarazioni rilasciate in forma orale dagli agenti di polizia posti all’ingresso, a tutt’oggi purtroppo non smentite dalle pratiche adottate a via Patini. In caso di conferma delle precedenti determinazioni, chiediamo di ripristinare il diritto di accesso alla domanda di protezione internazionale presso la Questura di Roma.”
A Buon Diritto Onlus
Action, Diritti in movimento
Baobab Experience
Consiglio Italiano Rifugiati
Radicali Roma