Oggi a Roma Anmic ha presentato tre documenti da portare a Firenze. Pagano: “Speriamo che non si risolva tutto in un momento di attenzione mediatica”. E sulle pensioni di invalidità: “Renzi vuole alzare le pensioni più basse, speriamo che non dimentichi quelle di invalidità”
ROMA – “Ci preoccupa che la Conferenza Nazionale sulla disabilità che si terrà la prossima settimana a Firenze possa risolversi solo in un momento di attenzione mediatica”. È preoccupato Nazaro Pagano, presidente nazionale dell’Anmic, che questa mattina a Roma ha presentato alla stampa tre documenti che l’Associazione nazionale mutilati e invaliditi civili intende sottoporre all’attenzione dei cittadini e del governo la settimana prossima nel capoluogo di regione toscano. “Temiamo – ha precisato Pagano – che la quarta Conferenza nazionale sulla disabilità, nel solco delle tre che l’hanno preceduta, resti un momento dibattito senza seguito concreto”.
Proprio per questo timore l’Anmic il prossimo 16 e il 17 settembre Firenze intende richiamare l’attenzione su tre temi fondamentali per la vita delle persone disabili: il dopo di noi, l’inclusione lavorativa, il procedimento di accertamento dell’invalidità civile. Questioni che l’associazione definisce “irrisolte” e che durante la Conferenza Nazionale potrebbero non trovare la dovuta attenzione. Come chiarito questa mattina, infatti, l’Anmic non condivide molte delle conclusioni raggiunte nel documento finale dell’Osservatorio nazionale, che verranno appunto presentate a Firenze come proposte ufficiali per il secondo Programma di azione biennale. “Pur apprezzando il lavoro svolto e l’impegno profuso dalle parti rappresentate dall’Osservatorio – spiega Pagano – l’Anmic esprime una posizione critica, sia in ordine all’organizzazione e conduzione dei lavori, sia in ordine alla non piena corrispondenza del contenuto della proposta del secondo Programma di azione biennale alle posizioni effettivamente rappresentate all’interno dei gruppi di lavoro”. Tuttavia – precisa il presidente – “siamo aperti a un serio confronto col governo”.
Quanto alle proposte dell’Anmic, si comincia dai problemi lasciati irrisolti dalla legge sul dopo di noi, recentemente approvata, a partire dall’esatta individuazione dei destinatari. Secondo l’associazione, inoltre, non è stato sufficientemente affrontato il problema dei fondi “variabili, eventuali e insufficienti” e non sono state previste prestazioni economiche integrative rispetto a quelle attualmente vigenti, che possano tutelare chi sceglie di vivere in famiglia. Altra questione spinosa quella dei “trust” intesi come “unici strumenti per la tutela dei disabili nel dopo di noi”. “I trust vanno bene per i grandi patrimoni: – ha affermato Pagano – . Non credo che in Italia siano in tanti a poterne fare uso. Nella grande maggioranza dei casi i cittadini disabili non hanno bisogno dell’istituto del trust”.
Quanto alla questione del lavoro l’Associazione mutilati e invalidi civili, pur riconoscendo alcuni elementi di positività nel jobs act, ha denunciato come l’estensione di questo sistema nel mercato del lavoro si traduca, per forza di cose, in minori tutele per i lavoratori disabili e, attraverso la chiamata diretta, nell’esclusione di fatto delle disabilità più gravi a vantaggio di quelle più lievi. Tra le proposte dell’Anmic ci sono, dunque, l’eliminazione del carattere esclusivo della chiamata nominativa ai fini dell’assunzione, la flessibilità degli strumenti contrattuali, la copertura reale delle cosiddette “scoperture” nel settore pubblico e privato tenuti ad assumere un certo numero di lavoratori disabili, l’esclusione dal sistema delle tutele crescenti dei rapporti di lavoro dei soggetti disabili e il mantenimento della reintegrazione nel posto di lavoro in caso di licenziamenti illegittimi. Quanto alla riforma del sistema di accertamento di invalidità, l’Anmic propone l’affermazione dell’unicità del soggetto incaricato. In altre parole, il cittadino a seconda del luogo dove risiede, deve seguire procedure diverse. È necessario, infine, difendere e rafforzare nelle commissioni mediche di accertamento dell’invalidità il ruolo di garanzia da parte delle associazioni di tutela e rappresentanza delle persone disabili.
Al termine della conferenza stampa, il presidente Pagano in riferimento a quanto affermato la scorsa sera dal premier Renzi durante la trasmissione “Porta a porta”, ha precisato: “Ieri Renzi ha detto a “Porta a porta” che eleverà le pensioni più basse, vorrei capire se ci rientrano anche quelle di invalidità civile”. “Ricordo al premier di non dimenticarsi delle pensioni di invalidità ciivile – ha aggiunto più tardi intrattenendosi con i giornalisti – che ammontano a circa 280 euro al mese e che non possono essere percepite da quei cittadini disabili che abbiano un reddito superiore a 5mila euro l’anno. Una cosa grottesca e curiosa se si pensa che nel nostro Paese la soglia di povertà è di 7mila euro all’anno”. (ap)