Il 22 luglio Jean Bigirimana, giornalista burundese del quotidiano “Iwacu”, è stato arrestato dai servizi segreti nella città di Bugarama. Da allora, di lui non si è più saputo nulla e ogni tentativo di rintracciarlo da parte della famiglia e dei colleghi si è rivelato vano. Le ricerche avviate da “Iwacu” nella zona della scomparsa, cui hanno dato una mano anche la polizia e la Commissione nazionale sui diritti umani, ha condotto all’individuazione di due cadaveri in avanzato stato di decomposizione. La moglie di Bigirimana non ha riconosciuto in alcuno dei due il marito scomparso.
La redazione di “Iwacu”, che ha sporto una denuncia contro ignoti e si è anche rivolta al Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulle sparizioni forzate o involontarie, è convinta che Bigirimana sia stato fatto sparire a causa del suo lavoro di giornalista.
Bigirimana aveva iniziato a lavorare per “Iwacu”, uno dei pochi organi d’informazione ancora attivi in Burundi, neanche un mese prima di scomparire. In precedenza, era stato redattore di Rema Fm, un’emittente vicina al regime del plurieletto presidente Pierre Nkurunziza. Dopo il fallito colpo di stato di metà maggio, preceduto dalla decisone di Nkurunziza di candidarsi per la terza volta alla guida del paese africano, quasi tutti i mezzi d’informazione indipendenti sono stati chiusi e molti giornalisti sono stati costretti a fuggire all’estero.