Il 52% dei giornalisti italiani ha un account Twitter. Almeno fra quelli delle 28 testate analizzate nella ricerca che verrà presentata a #digit16. L’indagine, la prima condotta in Italia, ha preso in esame i giornalisti dei principali quotidiani nazionali (Corriere della Sera, La Repubblica, La Stampa, Il Sole 24 Ore, L’Unità, Il Fatto quotidiano, Il Manifesto, Il Foglio, Il Giornale, Libero, Il Messaggero), agenzie stampa (Ansa, Adnkronos), tv news (Tg1, Tg2, Tg3, Tg4, Tg5, Studio Aperto, TgLa7 , SkyTg24, RaiNews24, TGCOM24) e testate online (Fanpage, Huffington Post, Il Post, Lettera43, LINKIESTA). Mediante l’analisi dell’interpretazione della transparency, del gatekeeping e dell’audience engagement – vale a dire alcune delle norme e pratiche proprie della cultura giornalistica e della cultura partecipativa dei media digitali – sono state ricostruite le modalità di adattamento di 1.202 giornalisti alla piattaforma. Ne esce un quadro ambivalente: “giornalisti in mezzo al guado” fra obiettivi di promozione e reinterpretazione della funzione di gatekeeper.
Il termine gatekeeping è stato ampiamente usato per descrivere il meccanismo con cui avvengono le scelte nel lavoro mediale, specialmente le decisioni se lasciare filtrare o meno una particolare notizia attraverso i “cancelli” (gates) di un mezzo di informazione.
Il concetto di gatekeeping ha un grosso limite per il fatto di basarsi sull’assunto che la notizia arriva ai “cancelli” dei media in forma di storia pronta per essere lavorata. Questa prospettiva dà per scontato che esista una data realtà fenomenica nel mondo reale, ben definibile e conoscibile, che i media hanno il compito di identificare e selezionare secondo criteri appropriati di rappresentatività e rilevanza noti come valori notizia.
Il gatekeeper è colui che attua l’azione di gatekeeping. Occupa la posizione di “esperto” (politici, scienziati, sociologi, scrittori) in un determinato ambito della società e ha il compito di filtrare le informazioni in quello specifico ambito. Può agire in diversi modi: in maniera inconscia, poiché anch’egli può essere influenzato o condizionato da informazioni che possono essere giuste o sbagliate, o consciamente per scopo personale o economici. I gatekeepers usano come principale strumento i veicoli di informazioni perché è importante ciò che appare nei media. Tutti i personaggi che hanno particolare rilievo positivo sui media di massa sono potenzialmente gatekeeper.
Rita Marchetti e Sara Bentivegna saranno a #digit16 il 21 ottobre per condurre il wrkshp: ” Analisi sociologica dell’uso di twitter che fanno i giornalisti ” dalle 15,30 alle 17,30 presso la sala Consiglio della Camera di Commercio di Prato. Prenotazioni per giornalisti su Sigef, per tutti su digit.