Il treno chiamato Europa passa ogni mezz’ora. Per chi ha negli occhi la guerra e un lungo viaggio per arrivare in Italia, il probabile respingimento alla frontiera di Chiasso è solo un contrattempo, in attesa di un altro treno, di un nuovo tentativo. Ho visto giovani uomini e donne dribblare i controllori e sgaiottolare sul vagone. Il viaggio è breve, attraversare il confine è complicato, farcela come una specie di lotteria. Le autorità svizzere hanno rafforzato i controlli alla frontiera ma qualcuno riesce a passare lo stesso. Alla stazione di Como continuano ad arrivare migranti ogni giorno, molte donne, molti minori che hanno attirato l’attenzione dell’Alto Commissariato dei rifugiati dell’Onu che è stato in missione qui. In tre settimane sono diventati poco meno di cinquecento, quasi tutti dai paesi del Corno d’Africa. La stazione è una casa improvvisata che racconta il sogno europeo trasformato in attesa: sacchi a pelo, materassini, zaini, trolley, qualche manuale di italiano, gli androni come letti improvvisati per la notte. E poi c’è l’accampamento nel giardinetto antistante. Quando non si prova a passare il confine, la giornata scorre qui, tra una partita di calcio, un bucato fatto alle fontanelle e il pranzo, servito da una Ong svizzera che è stata anche ad Idomeni e Lesbo. I volontari preparano pasta e frutta per 500 persone, alla cena pensa invece la Caritas. “È una emergenza umanitaria ma non sanitaria”, dicono dal presidio della Croce Rossa e di Regione Lombardia allestito nel piazzale della stazione. Nessun problema particolare se non due casi di presunta scabbia, qualche migrante con male di denti e lievi bronchiti. Il mezzo della Croce Rossa è soprattuttoil posto dove potersi lavare, spesso per la prima volta da giorni. Per il sindaco Mario Lucini, Como può reggere le emergenza, ma solo per il mese di agosto. Servono soluzioni urgenti (“e anche un corridoio umanitario”) e oggi un incontro in prefettura dovrebbe destinare alla prima accoglienza una ex caserma. Ma intanto le giornate alla stazione scorrono uguali. Tra i tanti turisti alla scoperta della grande bellezza del lago, impossibile non accorgersi di questo popolo in attesa. Sui binari ogni treno per la Svizzera è l’occasione di rinverdire un sogno. Quella tappa verso l’Europa del Nord che dista solo dieci minuti da Como.