Mentre i funzionari della massima Organizzazione mondiale invocano, anzi implorano, la fine del massacro che si sta perpetrando in Siria, ci sono governi che fanno a gara a chi bombarda di più. E i governi degli stati che non bombardano, ma forniscono armi, tacciono. In questa ennesima, tragica circostanza i leaders degli stati democratici sono sfidati a dimostrare il coraggio che è necessario per dare concreta risposta alla voce dolorante delle Nazioni Unite.
Che l’ONU dei popoli prevalga sull’ONU degli stati che tentano di soffocarla negli egoismi nazionali della Realpolitik.