A gennaio, nel corso della Revisione periodica universale – il sistema di monitoraggio da stato a stato previsto dal Consiglio Onu dei diritti umani – Singapore era stato fortemente criticato a causa delle leggi che limitano il diritto alla libertà d’espressione.
Le autorità dello stato-isola asiatico non se ne sono curate affatto.
Con la scusa di proteggere il sistema giudiziario, infatti, il 16 agosto il parlamento di Singapore ha adottato una legge così vaga e generica da costituire una profonda, ulteriore minaccia alla libertà d’espressione nel paese.
La Legge sulla protezione dell’amminisrazione della giustizia prevede pene fino a tre anni di carcere o multe equivalenti a 88.000 euro per chi criticherà l’operato della magistratura, promuoverà un dibattito sul tema o persino commenterà un procedimento in corso, compreso quello che lo riguarda direttamente, anche su Internet.
Il rischio, secondo le organizzazioni per i diritti umani, è che la nuova legge impedirà di discutere liberamente di vicende giudiziarie e di accedere alle informazioni a esse relative, anche in casi di grande interesse per l’opinione pubblica. Le conseguenze sull’attività dei blogger e degli utenti dei social media potrebbero essere molto serie.