Cinque giovani profughi sono morti ieri nel Canale di Sicilia. Sono morti annegati proprio quando due navi si stavano avvicinando alle “carrette del mare” in cui si trovavano. Due navi i cui equipaggi sono stati incapaci di adottare procedure efficaci di salvataggio. A volte basterebbero salvagenti offerti ai naufraghi al momento giusto, per evitare queste tragedie. Cinque cadaveri sono così stati tratti a bordo e non sappiamo quanti altri corpi siano spariti negli abissi prima del maldestro soccorso. Nonostante i proclami delle autorità, non vi sono mai state tante perdite di vite umane come in questo periodo, nel breve tratto di mare che separa l’Italia dalle coste nordafricane. Una morìa causata dalla mancanza di programmi di monitoraggio e soccorso in mare, dall’indifferenza dell’Unione europea, dall’intolleranza che colpisce migranti e rifugiati.