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L’ombra della mafia nella scuola crollata di Amatrice

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All’indomani della messa per le trentacinque bare nella palestra di Arquata del Tronto, delle solite esternazioni del presidente del Consiglio e del mesto silenzio del capo dello Stato, emerge dall’inchiesta appena aperta dalla procura della repubblica di Rieti che intorno all’azienda che ha lavorato per il restauro della scuola crollata pesano i rapporti con i clan di Cosa Nostra. Nell’elenco delle opere eseguite negli ultimi anni ad Amatrice c’è scritto: “2013: Amatrice, ristrutturazione polo scolastico verticalizzato” Parte del denaro speso (200mila euro) è stato  prelevato dal fondo messo a disposizione del governo dopo il terremoto dell’Aquila.

A svelare i sospetti di collusione sono gli intrecci societari. La Valori Scarl (ditta appaltatrice del lavoro) fa parte del gruppo Mollica il cui socio principale è Francesco Mollica nato a Patti in provincia di Messina nel 1977. La Valori è detenuta per l’88 % dalla Dionigi Soc. Coop, la cui sede si trova a Roma in via Dionigi 43, un indirizzo che risulterà decisivo. Qui infatti si trova un’altra società, la Sed srl che si occupa di elaborazione dati.

L’amministratore è un cittadino russo, il quale controlla anche la Ricos, che fa parte del gruppo che detiene le quote della Valori scarl. Al netto di questo risiko societario, ciò che sollecita sospetti di mafiosità è uno degli azionisti della Sed. Si tratta di Domenico Mollica che ne detiene il 90% ed è nato a Piraino (Messina) nel 1955.

Ecco il legame. Il signor Mollica è stato socio della Siaf (società di costruzioni fallita) assieme ai fratelli Pietro e Antonino).  Ai tre è riconducibile il consorzio Aedars che nel 2013 riceverà un’interdittiva antimafia firmata dalla Prefettura di Roma. Di più: Francesco Mollica, che controlla la Valori scarl, è figlio di  Domenico Mollica.

Nella giornata di ieri il giornale Il fatto quotidiano ha tentato di raggiungere gli interessati e i loro legali senza esito.
L’inchiesta giudiziaria è iniziata cinque anni fa partendo dal consorzio Aedars che in in dieci anni -sostiene l’accusa – si è aggiudicato appalti per 118 milioni di euro totali). Il gip ora scrive:”Dagli  atti è facilmente evincibile come Mollica applichi un metodo delinquenziale”

L’ombra di un simile metodo si affaccia ora sulle macerie della piccola città del Lazio.


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