Si chiamava Giuseppe Manfredi ed è morto il 16 Agosto, stroncato da un mesotelioma, un tumore maligno che colpisce in modo particolare chi è costretto a lavorare o a vivere a poche centinaia di metri da uno stabilimento nel quale si lavorano le fibbre d’amianto.
Giuseppe Manfredi era anche il presidente dell’associazione familiari delle vittime della Eternit di Casale Monferrato, una organizzazioni che, da decenni, è in campo contro le morti sul lavoro, per la bonifica di un territorio compromesso, per il riconoscimento dei diritti calpestati: quelli dei vivi e quelli delle migliaia di persone che non ci sono più.
Grazie alla loro azione chi, ancora ieri, negava qualsiasi responsabilità e tentava di comperare il silenzio dei sopravvissuti, è stato portato in tribunale e finalmente condannato.
La lotta di “Quelli di Casale Monferrato” è diventata proverbiale, ha dato coraggio ad altri territori, ha ispirato una rete di relazioni tra diverse situazioni, ha contribuito a far crollare il muno delle connivenze e delle omissioni.
Per questo siamo particolarmente orgogliosi di aver assegnato, nel 2014, il premio Articolo 21, proprio alla Associazione vittime dell’Eternit di Casale, una scelta fortemente voluta anche anche da Santo Della Volpe che, a quella realtà, aveva dedicato non poche delle sue inchieste per il Tg3.
Per non parlare della campagna contro le morti sul lavoro lanciata, in quella occasione, insieme con la rivista “San Francesco”.
Tra i protagonisti Giuseppe Manfredi, uno che non parlava della sua malattia, ma si curava preoccupandosi delle vite degli altri.
Queste sono le persone che non solo meritano di essere ricordate, ma meriterebbero di ricevere le più alte onorificenze della Repubblica perché, come recita la Costituzione, hanno davvero contribuito ad onorare la Patria.
Siamo sicuri che il presidente Mattarella troverà il modo migliore per ricordare Giuseppe Manfredi e chi, come lui, ha scelto di contrastare ogni giorno la morte sul lavoro e da lavoro.