Terremoto, l’amaro risveglio. “Lo scandalo dei soldi deviati”, Repubblica. “Certificati falsi su caserme e scuole”, Corriere. “Caccia alla truffa degli appalti”, la Stampa. Si tratta dei soldi assegnati dopo il terremoto del 1997 in Umbria e quello del 2009 de L’Aquila ai comuni di Amatrice, Acculoli, Arquata. Colpisce la tabella che la Stampa pubblica a pagina 3: a sinistra l’edificio (torre civica, caserma o chiesa), al centro la cifra a disposizione, a destra il risultato (inagibile o danneggiato o lavori non ultimati). Come terribile è lo scaricabarile denunciato da Sergio Rizzo a pagina 30 del Corriere della Sera. L’ex governatrice Polverini, “La regione non c’entra nulla”. Il sindaco di Amatrice, Pirozzi, “io sono parte lesa”. Il costruttore Truffarelli “ho la coscienza a posto”. Il pompiere geometra responsabile del rischio, “sono solo un centralinista”. Il commissario per il terremoto (deputato Pd), “non ci furono interventi sismici, solo ripristini”. Credo di capire. I soldi non erano tanti. A ogni calamità quelli disponibili vengono divisi, centellinati, assegnati a pioggia per accontentare quante più amministrazioni. Così nei luoghi del recente terremoto sono stati usati, per ripulire le facciate, per nascondere qualche crepa e dare ossigeno all’economia dei luoghi: con leggerezza. Poi però si muore, come sono morti gli scolari della “Romolo Caprarica”, frequentata in parte da bambini rumeni, del Kosovo e albanesi, nuovi cittadini che ripopolano i villaggi di montagna. Li ricorda, per Repubblica, Benedetta Tobagi.
Promesse e castelli di carte. L’immagine del “castello di carte” è di Giannelli. Il fatto: pare si sia aperto un contenzioso tra governo italiano e Unione Europea. Il governo conta di spendere 2 miliardi l’anno per molti anni, l’Europa accetta che solo i soldi “per l’emergenza” vengano scontati dalle misure di rigore sottoscritte anche dall’Italia. Renzi serra la mascella e replica: “prenderemo ciò che serve”. Il punto dolente investe la (scarsa) credibilità del nostro premier, sospettato di aver speso senza costrutto, e solo per lucrare consensi elettorali, tutto quel poco che una Europa avara gli ha finora concesso. Massimo Franco vede Il premier intenzionato a ricalibrare il suo profilo”. Ne ho scritto anch’io ieri, ma ho aggiunto che Matteo Renzi non potrà utilmente “ricalibrare” alcunché senza sconfessare la politica economica fin qui seguita. Poco efficace (“crescita zero per tutto il 2016, cala la fiducia, l’Italia non riparte”, scrive Repubblica) e furbesca (cerca di strappare condizioni di favore ma non ha il coraggio di indicare una via alternativa per tutti).
Bombe sui curdi, scontro USA Turchia, Repubblica. Ne scrivo da giorni. Erdogan vuole ripulire le zone della Siria che confinano con la Turchia, al di qua dell’Eufrate, dai combattenti curdo-siriani del YPG, organizzazione imparentata con i curdo-turchi del PKK. La Turchia ha mandato i carri armati e usa “ribelli” turcomanni anti Assad già alleati di Al Qaeda. Ma Damasco non si lamenta troppo. L’importante per Assad è prendere Aleppo, è potersi sedere in condizioni di forza relativa al tavolo della trattativa sul dopo guerra civile, e mantenere il pieno sostegno della Russia e dell’Iran che ora dialogano con Ankara. Per Stati Uniti ed Europa quel che sta accadendo è la prova dell’irrilevanza, in cui la stanno cacciando gli errori commessi. E della vergogna, per essersi appiattiti sull’Arabia Saudita che del terrorismo islamico è stata la culla ed è la retrovia. Qualche segno di ripensamento si coglie nell’articolo di Frank-Walter Steinmeier pubblicato dalla Stampa. La Russia – sostiene il ministro degli esteri tedesco – ha violato il diritto internazionale annettendosi la Crimea, ma con la Russia serve “dialogo per risolvere le crisi”. Aggiungo che per primi noi euro-americani abbiamo violato il diritto internazionale imponendo con le armi la secessione dal Kosovo dalla Serbia e, a rigore, lo abbiamo violato anche sostenendo Maidan, l’insurrezione della piazza di Kiev che si è liberata del presidente eletto ma autocrate e pro russo Yanukovic. A proposito di colpo di stato, tale è quello che si sta consumando in Brasile, dove il Senato voterà l’impeachment di Dilma Roussef, la quale ha commesso gravi errori ma non i crimini per cui, solo, la Costituzione prevede la destituzione del presidente eletto.