Nell’agosto 2011 entrò in vigore il nuovo (?!) reato di Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro ex art. 603bis CP. punibile con il carcere e sanzioni pecuniarie.
A distanza di 5 anni oggi in senato è stato approvato all’unanimità, a parte 32 astenuti, il ddl contro il cd. “caporalato”, eufemismo per indicare lo schiavismo dei tempi moderni che (almeno) dal 2011 ancora non s’è ritenuto debellare, dunque punire, nonostante il 603 bis. I fatti lo dimostrano. E’ “fenomeno” che coinvolge ufficialmente circa mezzo milione di persone. Non ufficialmente potrebbe aumentare assai… Stiamo parlando di carne umana adoperata come pollame di batteria/trasporto bestiame impiegata negli sterminati campi agricoli. In un primo tempo era costituita solo da indigeni poi surclassati dagli stranieri ancor peggio trattati per ovvie ragioni di clandestinità e/o diversità, dunque inesistenti per lo Stato, che hanno impinguato perlopiù esentasse le già miliardarie saccocce dei caporali (schiavisti) a loro volta assoldati dalle grandi imprese per consigli sugli acquisti che, strafottenti del sistema sub-sub-sub appaltatore, meriterebbero (almeno) d’essere edotti…
Giuridicamente, ancorché sintatticamente, i termini “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro” già 5 anni fa erano di palese interpretazione sì da poter adempiere a far tabula rasa del ripugnante “fenomeno”, peraltro scontatamente mafioso. Invece no, a quanto pare. A distanza di un lustro preciso noi s’è giusto sentito il bisogno di lustrarci gli occhi formulando ulteriore legge.
A risentirci nell’agosto 2021?