Riproponiamo questo articolo di Santo della Volpe, del 10 agosto 2014, scritto all’indomani della morte di Federico Orlando. Federico e Santo, due grandi giornalisti (la foto li ritrae insieme) che hanno percorso con Articolo21 una lunga strada ed importanti battaglie per la libertà di espressione e i diritti civili
Federico Orlando e’ stato e sarà’ sempre un Campione di Liberta’. Esempio per tutti i giornalisti, riferimento di quell’orgoglio professionale che si coniugava sempre con una profonda etica della personale e giornalistica. Quella del cronista prima di tutto, del commentatore poi, dell’organizzatore di idee e di ricerca, di approfondimento e di notizie. Mestiere complesso il nostro, che coniuga tutte queste variabili di grande responsabilità’ civile e politica: ma mestiere meraviglioso , come diceva Federico, che da la possibilita’ di vedere cambiare la societa’ , scoprire i meccanismi che regolano la convivenza civile, l’indipendenza di giudizio e,soprattutto, la libertà’ di rappresentare i problemi e le riflessioni avendo sempre i lettori, i cittadini come punto di riferimento. Un cambiamento nel quale ci ha insegnato a leggere gli aspetti positivi e negativi! Impegnandosi in prima persona quando era il caso di fermarsi a difendere principi e realta’ , di fare battaglie per la liberta’ di informazione. Per questo Federico Orlando parlava spesso del suo punto di riferimento che e’ diventato il nostro faro: la Costituzione Italiana, quella materiale ( la carta ed i suoi articoli,in particolare,non a caso, l’Articolo21), e la costituzione che si vive ogni giorno con i si ed i no necessari per ciascun cittadino e ciascun giornalista ,in particolare, affinche’ quel dono di liberta’ ereditato dalla Resistenza e dai padri costituenti, possa tramandarsi alle future generazioni.
Federico per questo ha voluto dire dei no a chi voleva costringerlo in una proprieta’ che non era solo fatta di CdA o amministrazione, ma voleva condizionare la libertà’ di giudizio, di osservazione dei fatti e delle notizie. Disse di no a Berlusconi e disse di si alla liberta’ di informazione.
A Federico dobbiamo tutti molto, moltissimo. Le sue parole , da vero gentiluomo, mai aggressive ma chiare e decise, la sua presenza nei momenti difficili, la sua ferma posizione anche nelle insenature della vita dove possono insinuarsi dubbi e tentazioni. Il suo modo di giudicare fatti e notizie da spirito libero, sono state e saranno una via per tutti noi.
Grazie Federico, campione di liberta’, ora ed in futuro.