Basta attendere foto per indignarsi

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Pur riconoscendo il grande impatto emotivo della foto che ritrae il bambino di Aleppo che sta facendo il giro del mondo come quella del povero piccolo Aylan non mi unisco a titolo personale al coro di indignazione agostana che si e’ levato nelle ultime 24 ore. Tutto sara’ tristemente dimenticato a settembre per far posto al dibattito urlato e smodato sulle questioni interne mentre il conflitto siriano uccide migliaia di bambini da oltre 5 anni. La dinamica assurda per cui per indignarsi servono foto schock di bambini morti o feriti racconta il volto più disumano dell’uomo non la nostra presunta umanita’. Occorre tornare a chiedere pace con forza ai governi mondiali nelle strade, nelle piazze ovunque, solo così renderemo giustizia allo strazio dei bambini non solo siriani ma anche yemenita, iracheni, Centrafricana nigeriani e tutti quelli colpiti dai conflitti.


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