Più di un terzo della popolazione totale del Sudan si troverà ad affrontare gravi carenze di cibo nei prossimi mesi. Questo l’allarme lanciato da Save the Children sulla grave crisi alimentare che sta colpendo gran parte del Paese. Secondo l’ultimo aggiornamento dell’IPC, l’indice che misura il livello di sicurezza alimentare, rilasciato dal Governo del Sud Sudan, agenzie e organizzazioni umanitarie, si prevede che 4,8 milioni di persone avranno bisogno urgente di cibo e di assistenza nutrizionale nel mese di luglio. Mezzo milione di persone in più rispetto al mese di aprile.
“Il livello di insicurezza alimentare raggiunto nel paese è il peggiore dal dicembre 2013, data di inizio del conflitto. Il numero dei bambini supportati dai nostri programmi di terapia ambulatoriale che arrivano in condizioni di grave malnutrizione è triplicato”, spiega Peter Walsh, Direttore di Save the Children in Sud Sudan. “La diffusione del conflitto anche in aree che finora erano rimaste fuori dagli scontri, insieme al ritardo della stagione delle piogge, all’aumento dei prezzi dei beni alimentari, alle strade impraticabili e al non funzionamento dei mercati, stanno impedendo alle famiglie di accedere al cibo, causando grandissima sofferenza nella popolazione”.
L’escalation del conflitto e dell’insicurezza alimentare stanno inoltre costringendo molte famiglie a spostarsi oltre i confini nei paesi limitrofi. “Solo negli ultimi mesi circa 100.000 abitanti del Sud Sudan hanno attraversato Sudan, Kenya, Repubblica Democratica del Congo e Uganda e il loro numero dovrebbe arrivare a più di 150.000 entro pochi giorni”, continua Walsh. “Ciò che stiamo vedendo in questo momento è solo un segnale di quello che ci aspetterà nei prossimi mesi. Se i finanziamenti volti ad evitare l’aggravamento della fame nel Sud Sudan non verranno considerati prioritari, la mancanza di cibo si trasformerà in una condanna a morte per i bambini della nazione più giovane del mondo. Una situazione assolutamente inaccettabile”.
Attualmente Save the Children supporta il più alto numero di pazienti in terapia ambulatoriale nel paese. Con l’attuale impennata dei casi di malnutrizione tra i bambini, le donne in gravidanza e in allattamento, c’è un disperato bisogno di incrementare ulteriormente gli interventi nelle aree che non sono state ancora raggiunte per problemi di risorse e accesso.