Soltanto una rissa, scrive Andrea Cangini, direttore di QN, commentando l’omicidio di Fermo. I comitati di redazione della Poligrafici Editoriale prendono le distanze da questa posizione, attraverso una lettera che pubblichiamo.
Al direttore di QN-il Resto del Carlino Andrea Cangini
Coordinamento dei Cdr della Poligrafici Editoriale (Qn, il Resto del Carlino, La Nazione, il Giorno, Quotidiano.net)
Un’altra brutta sorpresa ci ha colto questa mattina quando abbiamo letto la prima pagina del QN: l’editoriale del direttore Andrea Cangini. E le conseguenti osservazioni di colleghi e lettori. Oggetto dell’editoriale è la morte a Fermo, del profugo Emmanuel Chibi Namdi che ha reagito agli insulti ai danni della moglie, definita «una scimmia». Una notizia alla quale il primo giorno il nostro quotidiano ha dedicato spazi ridicoli sia in prima pagina che all’interno, nonostante arrivasse da una delle nostre zone di diffusione e da un territorio, le Marche, dove siamo radicati da decenni.
Soltanto una rissa, è il titolo. «Una rissa finita come se ne consumano a centinaia ogni giorno. Nelle discoteche, quando un approccio giudicato troppo diretto o volgare, viene sanato a pugni da un maschio orgoglioso che nel difendere la propria ragazza in realtà difende narcisisticamente la propria, incerta, virilità», scrive il direttore Cangini.
L’editoriale prosegue a pagina 10 dove viene sottolineato che «ci scappi o meno il morto è spesso solo una questione di sfortuna. Giusto, anzi doveroso, che l’ultrà Amedeo Mancini paghi per quello che ha fatto. E’ un idiota sfortunato, ma per la legge è comunque un omicida».
E arriviamo a quella che è la considerazione del razzismo da parte del direttore Cangini: «Il razzismo è una sovrastruttura, una sovrastruttura come tante». Ci dispiace, direttore, ma pensiamo e con noi tanti colleghi e lettori, che il razzismo sia la sovrastruttura per eccellenza da cui non si può prescindere nel caso specifico e più in generale visto che sprigiona odio e violenza. Non crediamo che dobbiamo ricordare il significato di questa parola e le conseguenze che ne derivano quando una razza si crede superiore all’altra: dagli olocausti che hanno attraversato i decenni, agli avventi delle dittature più brutali e sanguinarie. L’Europa sul problema del razzismo sta implodendo, per non parlare di quello che sta accadendo negli Stati Uniti e in decine di altri Paesi. Siamo assolutamente convinti che il ruolo di un quotidiano che si definisce Nazionale e considera il gruppo editoriale di appartenenza come uno dei più importanti e prestigiosi del nostro Paese, debba essere di indirizzo, di educazione, di aiuto alla conoscenza vera dei problemi e di ferma, immediata, condanna di ogni forma di razzismo, da quella quotidiana a quella degli stadi. Senza nessuna giustificazione. Questo editoriale, a nostra parere, non l’ha fatto.