Come due stampelle, Verdini e Alfano sorreggono il governo Renzi. Scomodi ma necessari, i due garanti della governabilità sanno di essere indispensabili e pretendono manifestazioni di fedeltà, nonostante condanne e scandali.
Il PD di Renzi è così sempre più umiliato da un garantismo avariato, improponibile anche al mantenimento del consenso dei più affezionati. Che sentono sempre più forti i conati di rifiuto per tanto marciume. Ormai arrivato a coinvolgere il Ministro dell’Interno, cioè il custode della legalità nazionale.
Il Partito della Corruzione è ancora più forte dell’Autorità dell’Anticorruzione. Perché dietro di sé ha una cultura stratificata e familistica, di cui l’onestà non dispone. Spuntano continuamente “babbi” che lanciano i loro figlioli in politica, tutti protesi ad allargare la rete di consensi per le carriere dei loro promettenti giovani, a costo di violare leggi e regolamenti.
Renzi sa che con la corruzione deve convivere per continuare a governare. Basta che una delle due stampelle si sfili in una votazione e subito coglie l’avviso di precarietà del suo governo. Ormai è ricattabile, ma non può tornare indietro. E tutto è rimandato a dopo il referendum.
Quando ci sarà la rivoluzione di ottobre.
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