Caro direttore, noto che sui media principali l’informazione per il Referendum di ottobre (o forse novembre) sia capillare. Tuttavia, purtroppo, la propaganda riguarda solo il “sì” con gli assertori della Nuova Riforma che prevedono conseguenze apocalittiche in caso di vittoria del “no”. Non c’è un pò troppa asimmetria nella comunicazione?
Giovanni L. (Legnano)
Caro Giovanni, in Articolo21 ci sono persone di orientamento politico diverso e che voteranno in maniera differente per il referendum autunnale. Ma al di là delle posizioni in campo è indubbio che ci sia una difformità nell’informazione. “Poca informazione e quella poca è pure sbagliata – ha affermatoAlfiero Grandi, vicepresidente del Comitato per il No nel referendum costituzionale – oppure tesa (volutamente?) a fare confusione, a disorientare (orientare al sì?) i cittadini che così non vengono messi in condizione di farsi un’opinione sulle ragioni del No nel referendum costituzionale”.
Un tema così importante per le sorti della nostra fragile democrazia ha bisogno di un’informazione equilibrata che dia lo stesso spazio alle posizioni in campo. E invece ai cosiddetti “professori” del No, lo spazio concesso è irrisorio. E’ corretto pertanto l’appello alle Autorità competenti affinché si determini rapidamente un riequilibrio in nome di quella par condicio così spesso inopportunamente sventolata.
Come ha scritto giustamente Vincenzo Vita sul nostro sito “Il referendum di ottobre sulla costituzione è un bivio cruciale. Per decidere con quale tasso di democrazia vivremo”.
Cordialmente
Stefano Corradino
(corradino@articolo21.info)