Se si rompono le Olimpiadi, si rompe la pace. Sembrano giochi, ma i cinque cerchi sono molto di più, da sempre una tregua tra gli uomini, che si riuniscono per superare insieme i limiti delle possibilità umane. Chi vince, vince per tutti. Chi perde ha l’onore della partecipazione e il rispetto per il suo impegno.
La truffa olimpica della Russia e la sua possibile esclusione dalla competizione di Rio, rischia di danneggiare questo rito globale di incontro. L’accusa è grave: lesa lealtà, per aver “pulito” i reperti degli atleti dopati. Con l’aggravante che tutta l’operazione era organizzata da apparati dello stato.
Un’Olimpiade senza un paese importante come la Russia è un segno nefasto per gli equilibri mondiali. Una macchia che genera frustrazione in un’intera nazione e fa incubare la voglia di rivalsa, che può emergere negli ambiti meno prevedibili. Meglio una sanzione pesante (multa a favore dei costi di partecipazione dei paesi più poveri), ma non l’esclusione. Magari insieme a un “cartellino giallo”, che la preveda in caso di reiterazione della contraffazione.
Tra le ferite di attentati e guerre, lasciateci almeno il balsamo delle Olimpiadi.
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