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Monaco, attacco al centro commerciale. L’obiettivo è sempre lo stesso: metterci paura

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Le notizie sono ancora confuse. Si parla di almeno sei vittime (ma per alcune fonti sarebbero quindici) e di tre terroristi. Due sarebbero in fuga, un altro si sarebbe suicidato. E’ tutto comunque da verificare, mentre Monaco è letteralmente in stato d’assedio. Non si conosce ovviamente la matrice mentre emergono piccoli particolari: un cecchino sul tetto e un altro che spara a casaccio sui passanti davanti a un fast food. Quello che è successo all’interno del centro commerciale Olympia è ancora avvolto nel mistero. Fa impressione certo il legame di quel villaggio olimpico con la strage di Settembre Nero nel 1972. Molto più recentemente c’è il precedente, sempre in Baviera, del giovane afghano che ha accoltellato cinque persone su un treno, ma è tutta un’altra storia. La polizia ha invitato la popolazione a non frequentare posti affollati, ma come si può?

In poche settimane, dagli Stati Uniti (Florida, Dallas…) all’Europa, abbiamo assistito a una serie di attacchi. Alcuni legati ai jihadisti, altri alle tensioni razziali. Le motivazioni politiche si sono mescolate a quelle ideologiche. Azioni condotte con armi da fuoco oppure con un camion. Criminali armati di un’accetta o di un fucile d’assalto. Ora gli spari nel centro commerciale di Monaco, di cui si sa ancora molto poco. La sintesi è comunque semplice e brutale: sono tutte minacce contro la nostra società, non c’è aspetto della nostra vita che non possa essere sconvolto. Il rischio, una volta di più, è che i terroristi stiano raggiungendo il loro scopo: metterci paura. Più che con le pallottole possono ucciderci bloccando la nostra economia, costringendoci a stare chiusi in casa. Perché le varie “intelligence” occidentali hanno sicuramente fatto errori e mostrato carenze, ma non c’è dubbio che non può esserci difesa quando possono colpire in qualsiasi città in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento. Ed è l’aspetto più angosciante.


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