Basterebbero pochi droni, di quelli che sciàmano in gran numero dalla base di Sigonella, in Sicilia, verso la Libia, ma che vengono impiegati solo per pattugliamento e monitoraggio militare. Invece, i profughi sui gommoni e sulle carrette sono lasciati drammaticamente soli e muoiono senza che la loro sorte rivesta alcun interesse per le istituzioni. Muoiono abbandonati, rifiutati, rinnegati da chi avrebbe il potere di salvarli. Altri 17 migranti hanno perso la vita perché il gommone su cui viaggiavano ha cominciato a sgonfiarsi e nessuno li ha raggiunti. Poi una nave ha avvistato i superstiti e li ha tratti a bordo. Solito copione. L’Unione europea aveva promesso a EveryOne Group – e a se stessa – di predisporre elicotteri e una flotta moderna di soccorso in mare, oltre che un sistema di droni per rilevare in tempo reale le avarie. Abbiamo ipotizzato con la Commissione europea anche la creazione di piattaforme umanitarie nelle acque interessate dai viaggi della speranza. Sono passati anni e nessuno di tali progetti è stato realizzato, mentre miliardi di euro hanno sprecato il loro potenziale e sono finiti nelle tasche di chi non ha in alcun modo a cuore né il destino dei rifugiati, ne il progresso della nosra civiltà. Altrettanto inutile la ricerca su questo tema, che a propria volta assorbe risorse e cervelli, sicuramente distratti da obiettivi diversi dal salvataggio di vite umane.
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