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L’uomo nell’ombra: Tony Blair, l’Iraq e le inesistenti armi di distruzione di massa

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Quegli insopportabili pacifisti di sinistra e quei noiosi brontoloni dei cattolici ne erano convinti, nel lontano marzo del 2003. In Italia e in tutto il mondo. Ma i governi no, molti anche di centrosinistra (non da noi, perché allora c’era Berlusconi), loro finsero di credere alle “armi di distruzione di massa” di Saddam Hussein e si schierarono con Busch e Tony Blair, che oggi si scusa, di fronte alla mastodontica documentazione a suo carico resa nota in Gran Bretagna dalla commissione Chilcot.

La decisione di invadere l’Iraq nel 2003 è stata basata su dati di intelligence “imperfetti” e portata avanti in modo “totalmente inadeguato”. Sono le dure parole con cui sir John Chilcot, presidente della commissione d’inchiesta sulla partecipazione all’intervento militare alla guerra in Iraq del 2003, ha presentato un rapporto frutto di sette anni di indagini in cui sono stati analizzati oltre 150.000 documenti e ascoltati centinaia di testimoni.

E ci sono le prove che Blair aveva condiviso con l’allora governo americano l’ipotesi di un’invasione dell’Iraq fin dalla fine del 2001. Ci sono le prove di losche operazioni di intelligence, e  molto di peggio sapremo quando qualcuno leggerà nei dettagli le migliaia di pagine del rapporto.

Torna in mente lo splendido film di Roman Polansky del 2010, “L’uomo nell’ombra”, storia di un gostwriter assoldato da un ex premier britannico per scrivere una sua falsa autobiografia…oggi l’uomo nell’ombra è Tony Blair, che ufficialmente viene dichiarato come un politico assoldato dal presidente degli Stati Uniti per un’operazione che meriterebbe di essere portata davanti alla corte di giustizia dell’Aia. Perchè parlando della guerra in Iraq parliamo di migliaia e migliaia di vite stroncate, allora e in questi 13 anni, fino a oggi. La storia non si può riscrivere e non viene proprio voglia di dire “avevamo ragione”, perché questa è una tragedia mondiale che non si può archiviare con la penosa difesa di chi balbetta “ero in buona fede”.


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