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L’Italia fa sentire la sua voce: è corsa alla solidarietà per Chiniery

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Centinaia di mail e telefonate giunte alla Comunità di Capodarco a supporto della compagna di Emmanuel, nigeriano ucciso a Fermo. C’è chi esprime vicinanza, chi si propone di partecipare alle spese, chi attiva raccolte fondi. Petizione per concederle la cittadinanza. L’università di Ancona si offre per farle continuare gli studi di medicina, quella di Perugia un corso di italiano

 

FERMO – Tante le manifestazioni di affetto giunte alla Comunità di Capodarco dopo l’uccisione di Emmanuel Chidi Namdi. Centinaia  di mail e telefonate, conseguenza di una solidarietà spontanea che da tutta Italia fa sentire la sua voce in favore di Chiniery Emmanuel, la compagna del 36enne nigeriano ucciso. C’è chi esprime vicinanza, chi si propone di partecipare alle spese del funerale, chi attiva raccolte fondi, chi vuole dare un contributo in termini di accoglienza o, addirittura, di opportunità lavorativa.
Ecco alcuni esempi.

In un “messaggio per Chiniery”, Alice scrive: “Non sei sola, donna straordinaria.  Considerami come un’amica lontana, che ti pensa e ti è vicina con tutto il cuore.  Se dovessi avere bisogno di qualunque cosa, o anche solo sentissi la voglia stringere una nuova amicizia, io sono qui. Ti abbraccio fortissimo. Forza e Coraggio!!!”

Dalla capitale, arriva questo messaggio: “Buon pomeriggio. Vi scrivo da Roma, perché con un gruppo di amici vorremo partecipare al funerale di Emmanuel, per abbracciare, con la nostra presenza, la vostra comunità e per dare un segnale forte contro il razzismo. Sarebbe bello essere migliaia, ma comunque noi vorremmo tanto partecipare. Quando si saprà, potreste comunicarci le informazioni sulla funzione? Grazie e coraggio”.

“Per favore fate sapere a Chimiary che non è sola qui in Italia – si legge in un’altra mail -. Fatele sapere che ha un sacco di persone al suo fianco. Vorrei tanto venire a conoscerla per abbracciarla. Vorrei sapere come poter fare concretamente per aiutarla. Grazie per ciò che fate”.

“Cari amici della Comunità di Capodarco – si legge ancora -, come molti avranno fatto già, vi scrivo riguardo la tragica morte di Emmanuel Chidi Namdi. Mi chiedevo, esiste già una gara di solidarietà per la povera Chinyery? Se così già fosse vorrei non solo donare, ma avere l’opportunità di condividerla e contribuire a farla diventare virale. Se così non fosse già, avreste nulla in contrario ad iniziarne una? Questa triste vicenda, per il suo contorno a tratti straziante, ha indignato molte persone in Italia, e sono sicuro che in molti sarebbero ben felici di andare oltre un semplice post su facebook. Penso non ci sia strumento più forte della solidarietà e dell’amore per sconfiggere l’odio insensato”.

E a proposito di raccolte fondi, numerose sono le richieste in tal senso. Come quella di Daniele: “Come molte altre persone, immagino, sono rimasto scioccato dalla terribile storia che ha coinvolto il vostro ospite Emmanuel Chidi Nambdi. Davanti a queste notizie ci si sente spesso inermi e arrabbiati. Vi scrivo perché mi piacerebbe provare a raccogliere dei fondi per la povera compagna di Emmanuel. Mi rendo conto che al momento il suo primo pensiero non saranno le difficoltà economiche, ma potrebbe essere anche un piccolissimo segnale per farle sentire la vicinanza di molti (almeno spero siano molti) Italiani, che come me in queste ore pensano alla sua tragedia immane”.

E Federica: “Gentile Don Vinicio, vorrei fare una campagna GoFund Me per Chiniery, vorrei avere da lei il permesso di avere il contatto della ragazza, per potere mettere la sua email per i fondi che spero riusciremo a raccogliere. La sua storia mi ha molto colpita e vorrei davvero fare qualcosa per aiutarla”.

Tonino, titolare a San Lorenzo in Campo di una piccola ditta di calzature, afferma: “Ho appreso e letto della triste vicenda che è accaduta martedì a Emmanuel e Chiniery, che erano ospiti presso la comunità di Fermo. Personalmente mi sento in dovere di  aiutare per quanto mi è possibile, dando un piccolo contributo di solidarietà alla signora Chiniery. La prego di comunicarmi le eventuali coordinate bancarie per effettuare una donazione direttamente per la signora”.

Marianna va oltre. “In seguito al tragico evento di ieri – scrive -, mi sono sentita in dovere di lanciare sul sito Change.org una petizione a favore di Chiniery per chiedere al ministro Alfano e al Presidente Mattarella di conferire alla ragazza la cittadinanza italiana. Trova la petizione a questo link. In poco più di dure ore sono oltre 1000 le persone che l’hanno firmata. Ci tenevo a farlo sapere a Padre Albanesi e alla stessa Chiniery, perché possa sentire che c’è una rete di solidarietà che la supporta”. In realtà al momento la petizione è arrivata a quasi 24mila sottoscrizioni.

Gabriele è un musicista. E scrive: “Sono un musicista jazz di Fano. Suonerò a Fermo il 16 luglio e il 17 luglio. Sono molto scosso dagli avvenimenti successi, culminati nella discriminazione razziale e uccisione di Emmanuel Chidi Namdi. Vorrei fare un gesto simbolico, dalla semplice commemorazione o dedica del concerto al versare il mio contributo della serata in beneficienza, indossare una maglietta commemorativa o suonare con uno striscione commemorativo della vicenda. Insomma vorrei rendermi utile in qualche modo per mandare un messaggio contro l’odio razziale e la discriminazione anche in collaborazione con la vostra comunità che ho letto si occupava di aiutare le persone come Emmanuel”.

E c’è chi pensa anche al dopo. Come Antonella: “Buongiorno, mi ha colpito profondamente la vicenda dell’omicidio del povero Emanuel. In  particolare ora la povera moglie si trova sola in un paese straniero senza più legami familiari. Mi offro per ospitare la ragazza per un periodo. Abito a Feltre in provincia di Belluno e forse le potrebbe giovare cambiare aria per poter rielaborare questo grande dolore nella quiete delle nostre montagne. Un caloroso saluto”.
E dalla Valle D’Aosta Gabriele e la sua famiglia aggiunge: “Vogliamo proporci di ospitare per un periodo la sig.ra Chiniery presso la nostra abitazione, con la speranza di poter alleviare, almeno in parte, la sofferenza di questa donna, cercando di garantirle un periodo di vicinanza ‘attiva’ da parte nostra”.
E c’è chi mette a disposizione semplicemente se stesso. “Sembra un’offerta campata in aria perché non so davvero cosa sto offrendo – afferma Sandra, una studentessa di Udine -. Di qualsiasi cosa abbia bisogno la giovane Chiniery (soldi, vestiti, cambiare aria…) vorrei mettermi a disposizione”.

Università protagoniste. Intanto, l’università di Ancona si è offerta si farle proseguire gli studi di medicina, studi che Chiniery aveva iniziato nel Paese di origine, mentre l’università di Perugia si è messa a disposizione per farle frequentare un corso di italiano. (daiac)

Da redattoresociale


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