La proposta di riforma della legge sull’editoria va approvata in fretta. Nel rispetto dell’autonomia e delle prerogative del Parlamento, è importante portare a casa le nuove norme per dare un impulso alla ripresa del settore. Di qui, la decisione della Federazione nazionale della Stampa Italiana di promuovere la Giornata di mobilitazione nazionale per ottenere il via libera alla legge delega prima della pausa estiva, ma anche per portare all’attenzione delle istituzioni e del Parlamento la necessità di rimettere al centro del dibattito due temi fondamentali. Il primo è quello della cancellazione del carcere per i giornalisti, per il quale la proposta di legge è ferma al Senato in quarta lettura. Il secondo riguarda la necessità di prevedere norme a tutela dei giornalisti intimiditi con la tecnica delle querele temerarie e minacciati dalla criminalità. Siamo convinti che nel nostro ordinamento vada introdotto il reato di molestie alla libertà di espressione e del diritto di cronaca: soltanto così si possono prevenire gli assalti sempre più frequenti alla libertà dei cronisti.
La Fnsi ritiene che la proposta di riforma della legge sull’editoria non sia esaustiva. Infatti, non affronta una serie di questioni, a cominciare dalla definizione di un quadro di regole chiare per governare i processi di fusione fra gruppi editoriali, garantendo la trasparenza degli assetti proprietari, l’autonomia delle redazioni e i livelli occupazionali. Il testo in discussione al Senato recepisce alcuni principi, indicati dal sindacato unitario dei giornalisti italiani, che, a nostro avviso, andranno meglio specificati in sede di messa a punto dei decreti attuativi da parte del governo. In questo senso, la Fnsi auspica che il confronto fra governo e parti sociali si estenda anche alla fase di attuazione della delega. La riforma della legge sull’editoria deve rappresentare l’occasione per rimettere in moto il settore e per scrivere regole chiare per il rilancio e a tutela dell’occupazione regolare, per garantire il rispetto delle regole e per inasprire la lotta al precariato.
Su questi punti, il sindacato dei giornalisti continuerà a insistere perché è convinto che sia arrivato il momento di invertire la rotta. Le spinte ad impedire l’approvazione della legge rappresentano un tentativo estremo di mera conservazione dell’esistente. Come già avvenuto nel recente passato ogni qualvolta si è cercato di rendere più attuali le norme che regolano il settore, c’è chi lavora nell’ombra affinché nulla cambi. Lasciare tutto com’è è l’unico modo per tutelare poche e ben individuate rendite di posizione a discapito del mercato del lavoro e dell’intero settore. E’ questa la ragione per la quale la Fnsi chiede che si faccia presto.