BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Emmanuel e Chinyery, nati dalla parte sbagliata e finiti in un Paese che pensavano civile

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I professionisti del muro, quelli che fanno politica contro gli altri, hanno prima espresso solidarietà a mezza bocca e con grande fatica perché come puoi giustificare comunque un omicidio? Poi si sono fatti forza con le parole di una “supertestimone” magari in buonafede ma sicuramente un po’ mitomane. Sono andati oltre con i risultati dell’autopsia che mettono certo alcuni paletti sulla ricostruzione, ma non smentiscono l’unico fatto accertato: l’offesa iniziale da cui è partito tutto. Quella “scimmia” che già un politico (Calderoli, non pago di aver scatenato la guerra in Libia per giocherellare con le magliette blasfeme) aveva usato addirittura contro un ministro di colore. Probabilmente è vero: è stato Emmanuel a reagire, ma che ne sappiamo di quante umiliazioni aveva in corpo, di quello che ha sofferto per una figlia uccisa da altre scimmie cattive?

Mai un giornale di destra che abbia chiamato Mancini razzista, eppure era uno che per gioco buttava noccioline davanti ai neri. Tutti a definirlo  semplicemente “ultrà” come se fosse solo uno un po’ esagitato. Senza tener conto oltretutto che proprio gli “ultrà” sono quelli che lanciano banane dagli spalti agli extracomunitari, seppur campioni. Adesso il ragazzone marchigiano dovrà rispondere di quel pugno purtroppo fatale, ma chissà forse se la caverà solo con una denuncia, senza considerare la violenza delle parole.

E mentre i giornali di destra, quelli che chiamano clandestini i migranti, tutti i migranti, fanno marcia indietro, le fazioni razziste chiamano “verme” la vittima. I neri continuano a morire nei campi per raccogliere pomodori che noi non raccogliamo, sono picchiati perché pretendono di essere pagati. Solo in un anno sono morte tremila “scimmie” nel mar Mediterraneo, alcune piccole “scimmiette” davvero senza colpe, e noi assolviamo un razzista “istituzionale” che chiama “scimmia” una rappresentante di governo. E tutti, anche la sinistra, a considerare legittimo un epiteto terribile usato nelle piene facoltà parlamentari. No, Emmanuel e Chinyery non sono eroi. Ma vittime di un destino che li ha fatti nascere dalla parte sbagliata e che hanno ritrovato l’odio anche in un Paese che pensavano civile.

 


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