Le due parole magiche che zittiscono le proteste internazionali per le minacce e le intimidazioni ai giornalisti italiani e per le loro condanne al carcere
Costa Bill. Ormai da tre anni il governo italiano, pronunciando queste due parole, risolve un grande problema: tranquillizza le istituzioni internazionali che, sempre più spesso, chiedono spiegazioni circa le centinaia di minacce e abusi che i giornalisti italiani continuano a subire a a causa di leggi punitive e norme inapplicate e, in particolare attraverso condanne a pene detentive per diffamazione, che continuano a fioccare come la neve. Ciò accade nonostante lo stesso governo e l’intero schieramento politico abbiano riconosciuto da tempo che la legge dovrebbe impedirlo, perché il rischio di venir condannati al carcere ha un effetto raggelante (chilling effect) sul lavoro dei giornalisti. È sorprendente l’effetto di quelle due parole. Basta dire Costa Bill e nessuno può obiettare più.
Ma cosa vogliono dire quelle parole? Significano, più o meno: abbiate pazienza, ce ne stiamo già occupando con il disegno di legge presentato in Parlamento dal deputato Enrico Costa. Tutti accettano questa risposta. Tutti attendono con pazienza. Lo fanno ormai da tre anni, perché il Costa Bill fu presentato in Parlamento nel 2013. Ma ancora non è stato approvato, nonostante basterebbero poche ore per farlo. Anzi, molti credono che sia stato già approvato. C’è chi alimenta questa leggenda. Niente è più lontano dal vero. Ma c’è cascato perfino Reporters Sans Frontieres e ancora non ha ammesso che è una panzana. Che dire? Stupisce. Molto.
Ancora più sorprendente è vedere che molti credono che il Costa Bill sia quella panacea che il governo e altri promettono. Chi ne ha seguito la nascita e l’involuzione sa che non è così. Quel disegno di legge è nato male e strada facendo è peggiorato. Per ogni goccia di miele sono stati aggiunti dieci grammi di stricnina. Se fosse approvato, il testo attuale creerebbe più problemi di quanti ne potrebbe risolvere. Anche il notiziario di Ossigeno che state leggendo cesserebbe di esistere, il giorno stesso, per elementare prudenza. È così. Purtroppo le parti più deleterie del testo non sono più modificabili. Per questo motivo il Costa Bill giace immobile da un anno in Parlamento, come un relitto naufragato che si dovrebbe soltanto rimuovere. Ma perché farlo se dicendo Costa Bill si possono placare le preoccupazioni delle istituzioni europee e si può continuare a tenere sotto tiro i giornalisti?
Dunque, Costa Bill for ever. Ma fino a quando?
ASP