Sono passati ormai trentasei anni dalla strage di Ustica in cui nella sera del 27 giugno 1980 persero la vita gli 81 passeggeri e i sette uomini di equipaggio dell’Itavia che conducevano in un volto di linea un DC9 da Bologna a Palermo. Ci furono un processo penale in primo e secondo grado all’inizio del ventunesimo secolo e poco dopo un processo civile per le responsabilità oggettive del Ministero della Difesa. Ma chi siano stati i colpevoli della sciagura e della conseguente strage e se sia stata una bomba e un missile a provocare la strage questo non è stato accertato e a questo punto non sarà sicuramente chiarito.
Così la prima e l’ultima strage che dal 1969 di Piazza Fontana agli ultimi omicidi politici del 1984 che videro le rivelazioni di Patrizio Peci al giudice torinese Gian Carlo Caselli restano a distanza di un trentennio ancora non del tutto chiare almeno dal punto di vista dei colpevoli dei singoli delitti che punteggiano quella terribile storia.
Ed è questo quello che oggi-a grande distanza temporale dai quei tempi-dobbiamo ricordare e trasmettere alle nuove generazioni sperando che non debbano più aver a che fare con nuove ondate terroristiche.