Di Angela Caporale
Nei territori controllati direttamente dal califfato di Al-Baghdadi gli strumenti musicali sono stati distrutti in terribili roghi e il rifiuto della musica sembra essere un leit motiv anche in altre aree dove la minaccia del terrorismo islamista attecchisce, almeno su una parte della popolazione. Ovunque vi sia la censura, compare però anche il dissenso, un dissenso che parte proprio dalla musica. A volte trasformandosi in una vera e propria forma di strenua resistenza fatta di beat, versi e refrain. Il messaggio di questi musicisti è diventato talmente forte che oggi, anche loro, sono in cima alla kill list dell’ISIS… Continua su vociglobali