ROMA – L’economia italiana continua a crescere, ma il suo è un “ritmo moderato”.
E’ quanto evidenzia l’Istat nella nota mensile pubblicata oggi sottolineando che ai risultati positivi registrati nel primo trimestre si affiancano “alcuni segnali di debolezza nelle aspettative delle imprese e negli ordinativi del settore manifatturiero”. Nel primo trimestre dell’anno il pil, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,3% su base congiunturale. I contributi positivi alla crescita provengono dalla spesa delle famiglie residenti e delle Isp e dalla variazione delle scorte (entrambi con un contributo di 0,2 punti percentuali), mentre la componente estera ha fornito un contributo negativo alla crescita (-0,2 punti percentuali). Rispetto al trimestre precedente, i consumi finali nazionali e gli investimenti fissi lordi sono aumentati con la stessa intensità (+0,2%), mentre il rallentamento del commercio mondiale ha condizionato l’andamento delle esportazioni. Nel primo trimestre dell’anno la spesa delle famiglie residenti è cresciuta su base congiunturale allo stesso ritmo del trimestre precedente (+0,3%). Gli aumenti più rilevanti si sono registrati nella spesa in beni non durevoli (+0,7%) e in quelli durevoli (+0,5%, in rallentamento rispetto ai trimestri precedenti) mentre le spese per i servizi sono risultate più deboli (+0,2%); gli acquisti in beni semidurevoli hanno invece segnato una significativa contrazione (-1%).
Anche la spesa delle amministrazioni pubbliche ha registrato un lieve incremento (+0,2%). In maggio è proseguito il calo di fiducia dei consumatori iniziato a gennaio. Nell’ultimo mese risultano in peggioramento le valutazioni sul clima economico e, in misura più lieve, sul clima futuro. Il mercato del lavoro mostra un andamento articolato nelle sue componenti. Ad aprile l’aumento degli occupati ha riguardato sia gli uomini (+0,3% su base congiunturale) sia, in misura minore, le donne (+0,1%). La crescita ha coinvolto i dipendenti a carattere permanente (+0,2%, 35 mila occupati in più), a fronte di una sostanziale stabilità di quelli a termine e ha riguardato anche gli indipendenti (+0,3%). Nello stesso mese, il tasso di disoccupazione ha ripreso ad aumentare (11,7%, un decimo in più rispetto a marzo), come effetto dell’evoluzione della componente femminile: il tasso di disoccupazione delle donne è infatti cresciuto di cinque decimi di punto rispetto a marzo, toccando quota 12,8%. Il tasso di disoccupazione maschile ha proseguito la discesa, raggiungendo ad aprile il 10,8%, un decimo di punto in meno rispetto al mese precedente.