“Non mi stupisce questa decisione perché da trent’anni anni non è mai passata in giudicato una sentenza per 416 bis da parte della magistratura giudicante romana. Una conferma di quella che è stata la linea del passato, dai tempi della banda della Magliana”, e cioè che ‘la mafia non esiste’”. Questo il commento che ci ha rilasciato Federica Angeli (nella foto) – la cronista di Repubblica costretta ancora oggi a vivere sotto scorta – subito dopo la sentenza della seconda Corte d’Appello sulle attività illecite ad Ostia che fa decadere le accuse di “associazione mafiosa” e l’aggravante della “modalità mafiosa”.
Le condanne ci sono state e sono dieci (otto le assoluzioni) per reati che vanno dall’estorsione all’usura, dalla gestione degli appalti al controllo delle attività economiche ma non quello per associazione mafiosa. Tra i condannati, rispettivamente a dieci, cinque e quattro anni e mezzo Carmine, Terenzio e Azzurra Fasciani mentre i due Triassi (Vito e Vincenzo) sono stati assolti.
Fuori dall’aula i componenti di ambo le famiglie hanno “festeggiato” le assoluzioni e le condanne (per loro esigue) apostrofando tutt’altro che gentilmente la giornalista Angeli (“ora sta giornalaia la scrive la verità?”) che in questi anni con le sue inchieste ha cercato di far emergere la verità sulle attività illecite nel litorale romano. La Angeli, dopo aver sottolineato che “le sentenze della magistratura vanno rispettate” ha poi commentato ai nostri microfoni le dichiarazioni delle due famiglie imputate: “Vincenzo Triassi mi ha insultato. Essere disprezzata da queste persone è un punto d’onore e conferma quello che ho sempre scritto”.
La Federazione nazionale della stampa italiana ha espresso immediatamente solidarietà alla collega Federica Angeli. “È auspicabile – affermano Lorusso e Giulietti, segretario e presidente Fnsi – che le autorità competenti facciano luce sull’accaduto individuando i responsabili perché a nessuno può essere consentito di insultare e intimidire un cronista che, come Federica Angeli, svolge il proprio lavoro nell’interesse esclusivo dei cittadini a essere informati”.
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