Presentata nei locali della FNSI, la marcia della pace e della fraternità Perugia – Assisi, che si terrà il prossimo 9 ottobre. Sarà un grande evento contro la rassegnazione e l’abitudine alle guerre, hanno sottolineato Flavio Lotti, Sergio Bassoli, Don Luigi Ciotti e Padre Alex Zanotelli.
Le grandi ricchezze sono concentrate nelle mani di pochi, ciò genera diseguaglianze e le grandi diseguaglianze generano guerre. Guerre che vengono alimentate anche dai produttori di armi, aziende che nei loro assetti azionari hanno i grandi fondi d’investimento, cioè la finanza mondiale. Ma dalle guerre traggono vantaggio anche le mafie, le quali ne approfittano per agevolare i loro traffici, che sempre più spesso riguardano esseri umani. La marcia Perugia – Assisi della pace e della fraternità, che si terrà il prossimo 9 ottobre, vuole costruire un argine contro le guerre e ponti di dialogo per abbattere i muri delle diseguaglianze. A ribadirlo sono stati oggi, durante una conferenza stampa nei locali della Federazione Nazionale della Stampa, Flavio Lotti, della Tavola della pace; Sergio Bassoli, della Rete della pace; Don Luigi Ciotti, di Libera; Padre Alex Zanotelli, missionario comboniano, Beppe Giulietti, Presidente della FNSI .
Durante l’incontro è stato sottolineato più volte che bisogna favorire tutte le azioni che promuovono la pace facendo venire meno le cause che portano alle guerre. Per questo, l’auspicio dei promotori, ogni singolo dovrà fornire il proprio contributo in modo responsabile, per cercare di capire cosa non funziona nel nostro modo di vivere e “fare società”, cambiando qualcosa nella propria vita, costruendo nuovi rapporti economici, sociali ed a favore dell’ambiente.
“La marcia non è un semplice rituale – ha sottolineato Sergio Bassoli – da spazio a tutte quelle voci che producono un’economia di pace. Noi siamo in presenza oggi di un’Europa che costruisce muri, disoccupazione ed abbandono del Sud, per questo ci sarà il coinvolgimento di tanti territori non solo in Italia, ma anche del bacino mediterraneo, con un calendario ricco d’iniziative”. Per tale ragione ha auspicato l’impegno di giornalisti e media, per far conoscere le varie manifestazioni che si terranno, da oggi fino ad ottobre, in tutto il paese.
“Questa marcia è un atto dovuto a tutti i cittadini di questo mondo che stanno patendo per fame e guerra – ha detto Flavio Lotti del coordinamento Tavola della pace – contro la rassegnazione e l’abitudine alle guerre. Abbiamo il dovere di proteggere tutte queste persone e la Terra, come ci ricorda sempre Papa Francesco. Andare sempre alle radici dei problemi, perché la pace è responsabilità di tutti”. E conclude con un invito ai media di non chiamarla marcia per la pace, ma della pace, cioè di chi vuole fare la pace.
Piuttosto articolato è stato l’intervento di Padre Alex Zanotelli che ha evidenziato come la marcia debba rilanciare l’azione del movimenti per la pace, perché la situazione mediorientale e dell’Africa sub Sahariana è disastrosa, a causa anche delle armi vendute dai paesi europei alle nazioni di quelle aree. “Per questo – ha ribadito più volte Padre Alex – dobbiamo chiedere al termine della marcia un incontro con il Governo, affinché applichi la legge 185 del ’90, che vieta al nostro Paese la vendita di armi a Paesi in guerra”. Proprio su questo tema è possibile leggere un’inchiesta pubblicata sull’ultimo numero di Nigrizia, il mensile dei missionari comboniani.
“E’ il noi che vince – ha concluso Don Luigi Ciotti – come una forza politica e culturale, un movimento che parte dal basso. Ma non basta, se non c’è un movimento che parta da dentro. La Terra ha un diametro di 13 mila chilometri e ci sono 14 mila chilometri di filo spinato e di muri, come si può sopportare tutto questo? La pace è il riconoscimento a ciascuno di esistere, ad avere dignità. La causa delle guerre sono le diseguaglianze e le armi sono anche quelle economiche che generano povertà e milioni di morti vivi, perché trasformano la povertà in colpa. E’ questa la principale guerra da fermare, che genera morti vivi anche nel nostro Paese. Lo testimoniano i 4 milioni di cittadini che vivono sotto la soglia di povertà e l’aumento dell’analfabetismo. E le mafie prosperano perché si nutrono di questo”.
La Federazione Nazionale della Stampa, con il Segretario Nazionale Raffaele Lorusso ed il Presidente Beppe Giulietti, ha fatto sapere che sarà presente alla marcia insieme al segretario dell’Usigrai Vittorio Di Trapani, e che chiederà alla Rai non solo di garantire la diretta dell’evento, ma di organizzare anche una settimana di programmazione da dedicare alle periferie dimenticate ed ai conflitti oscurati.