L’ultima notizia arriva da un confine: quattro bambini e quattro adulti uccisi dalle guardie di confine turco mentre cercavano di passare la frontiera tra Kherbet al-Jouz, nel nordest della Siria, e la provincia turca di Hatay. La denuncia è dell’Osservatorio per i diritti umani siriano.
Si celebra così la giornata mondiale del migrante 2016.
Un modo coerente per celebrare un anno drammatico con 2,7 milioni di rifugiati siriani in Turchia. Con l’innalzamento di nuovi muri e barriere per dividere l’Europa e impedire l’ingresso di migliaia di persone arrivate a piedi, in barca, a nuoto e con ogni mezzo. Con i naufragi che ormai non fanno neanche più notizia. Con l’Europa incapace di trovare una risposta degna di paesi che hanno conosciuto la guerra, l’orrore, la fame e hanno trovato accoglienza e futuro altrove.
La paura oggi è il sentimento dominante . Di chi fugge e di chi non vuole accogliere.
In questo contesto restano la voce di Papa Francesco e l’ostinazione di chi rifiuta la paura, per vedere persone: uomini, donne, bambini, ragazzi e ragazze. E stona come uno sfregio il Museo della fiducia e del dialogo per il Mediterraneo aperto da poco a Lampedusa, voluto dal Comune con la sindaca Giusi Nicolini, insieme al Comitato
3 ottobre e con la partnership della Fnsi e dell’Usigrai e della Rai, tornata in questa occasione a fare ed essere servizio pubblico.
Oggi sarà di nuovo un giorno pieno di parole. Per i fatti speriamo di non dovere aspettare ancora troppi morti.
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