“Intervistato” a tutto campo da don Albanesi (Capodarco) il presidente della Tod’s rilancia il modello imprenditoriale che restituisce al territorio parte degli utili in progetti concreti. E lancia un appello agli imprenditori: dare lavoro non basta più
CAPODARCO – “Una battaglia mediatica” a partire da settembre per spiegare come funziona il modello imprenditoriale, che prevede la restituzione etica sul territorio dei propri utili, a sostegno di chi è in difficoltà. Una sorta di “finanziaria privata” che sostiene progetti sociali. Lo annuncia Diego Della Valle dalla terrazza della Comunità di Capodarco di Fermo, “intervistato” a tutto campo dal presidente don Vinicio Albanesi, nell’ultima giornata del Capodarco L’Altro Festival, dedicata ai 50 anni dalla fondazione (Natale 1966), le cui celebrazioni partiranno ufficialmente in autunno.
Il gruppo Tod’s destina ogni anno l’1% dei propri utili per azioni di sostegno concreto. Ed è questa la prospettiva che Della Valle vorrebbe vedere moltiplicata in Italia, estesa a quelle duemila aziende che, se lo volessero, potrebbe fare la differenza in Italia: imprenditori vicino alla comunità, le aziende più forti e sane del paese impegnate a finanziare attività solidali. “Il modello è pronto, – spiega – chi lo vuole usare sa dove trovarlo”. Un modo per dare risposte alla disparità sociale che “è sempre più grande”. La battaglia mediatica per raccontare come funziona questo modello, ormai testato, partirà appunto a settembre e Della Valle si dice fiducioso che molti seguiranno questo esempio perchè in fondo quell’1%, che per l’azienda non è nulla, diventa una cifra significativa per il mondo della solidarietà. Un po’ come era un tempo nei paesi, quel darsi una mano e aiutarsi reciprocamente.
Due uomini, Della Valle e don Albanesi, che hanno molte cose in comune: “Noi marchigiani siamo diffidenti – ricorda il presidente di Capodarco – ma capaci di realizzare partendo dal niente. Il nonno è partito da un banchetto e il nipote ha fatto un’azienda internazionale. Don Franco Monterubbianesi ha cercato una casa abbandonata e oggi compiamo 50 anni”. E nelle cose che accomunano c’è anche una visione del territorio. “Non abbiamo caratteristiche eccezionali. – sottolinea Della Valle – Siamo una regione di persone normali che hanno la fortuna di vivere dove lavorano”. Una dimensione che “evita di essere troppo aggressivi nel dare giudizi”, a dispetto di una tensione che invece è riverberata da media e in tv dove il linguaggio è violento. “Il territorio ci aiuta a vivere in modo più tranquillo”, sottolinea, ma il futuro preoccupa: c’è l’incertezza dei mercati dopo Brexit, il voto in Spagna, le elezioni del nuovo presidente degli Stati Uniti. E un’Europa che non risolve i problemi della gente. “Il sistema è cambiato e nulla sarà come prima”.
Per il presidente della Tod’s alle aziende oggi non deve bastare più dare lavoro, ma un imprenditore, se le cose funzionano, “ha l’obbligo di restituire una parte di quello che ha preso” e “dare una mano pratica a chi ha più bisogno”. Poche parole e molti fatti”, dice. Un imprenditore, spiega, è un uomo con una grande responsabilità, perché dal suo lavoro dipende la vita di molte altre persone. “Non deve far inceppare la macchina” perché oltre all’azienda ha la responsabilità delle famiglie che ci lavorano: “Sono 10 mila le famiglie che ogni mattina si alzano sotto lo sprone della Tod’s”. Ecco perché i risultati sono importanti: un bravo manager non è solo chi fa grandi risultati se “con l’accetta taglia rami importanti”, conta il rispetto della persona, l’atteggiamento verso gli altri. “In questo modo si annullano anche i risentimenti sociali”, sottolinea Della Valle.
Dal territorio al paese: non si può non parlare del Colosseo che per Della Valle “dimostra anche al mondo che tra gli imprenditori c’è del buono”. “Dopo di me, – ricorda – c’è stato il restauro della Fontana di Trevi, del ponte di Rialto, della scalinata di piazza di Spagna, e altri monumenti a Firenze”. Il primo luglio, annuncia, il Colosseo sarà restituito al paese e “partirà un’operazione di sensibilizzazione su privati e pubblico”. Un invito aperto ad altri imprenditori perché si prendano cura dell’Italia, quell’Italia che potrebbe vivere di turismo, come altri paesi vivono di petrolio.
Infine la domanda sull’ingresso in politica, su cui Della Valle glissa elegantemente: “Devo stare molto attento a rispondere. Diciamo che mi metto nelle mani dello Spirito Santo”.